I GIOVANI E LO SHIPPING

Mercoledì 15 ottobre, in occasione della Genoa Shipping Week, si è tenuto il primo aperitivo conviviale organizzato dal Gruppo Giovani del The International Propeller Club – Port of Genoa. È stato un momento piacevole di incontro tra giovani professionisti dello shipping, della logistica e dei trasporti, finalizzato a conoscersi, scambiarsi idee e creare nuove connessioni.

L’incontro, ospitato presso la sede del Propeller Club di Genova, ha visto la partecipazione di numerosi giovani soci,rappresentanti di altri Propeller Club italiani e operatori del settore, oltre alla presenza del Consigliere Mario Caraffini, che ha portato i saluti in rappresentanza del Comune di Genova.

Dopo l’introduzione della Presidente Giorgia Boi, il Vicepresidente, Enrico Molisani, ha preso la parola, esprimendo il piacere di ospitare l’evento nella sede del Propeller e sottolineando l’importanza di creare occasioni che uniscanopersone, idee e attività. Ha inoltre rivolto un caloroso benvenuto a tutti i partecipanti, particolarmente a chi proveniva da fuori città.

Successivamente, Riccardo Delucchi, rappresentante del Gruppo Giovani del Propeller Club di Genova e del Propeller Nazionale, ha sottolineato la volontà del Gruppo Giovani di diventare un punto di incontro, ascolto e partecipazione costruttiva per la nuova generazione di professionisti dello shipping, promuovendo il dialogo e la collaborazione tra i diversi attori del settore. Ha presentato le prime iniziative in programma, tra cui ha ricordato la visita a Ente Bacini, società storica della portualità genovese, e una serata in collaborazione con Faros dedicata alla presentazione di start-upinnovative nella Blue Economy.

Francesca Picasso, responsabile di Faros Accelerator, ha poi approfondito il ruolo dell’organizzazione nell’ambito del supporto alle start-up marittime e sostenibili. Ha illustrato il funzionamento dell’ecosistema Faros, che supporta le start-up attraverso investitori, aziende e istituzioni, e ha sottolineato i risultati ottenuti negli ultimi anni: 25 start-up supportate direttamente, investimenti superiori a 3,5 milioni di euro, oltre 18 milioni raccolti ulteriormente, e un fatturatocomplessivo di oltre 11 milioni con 158 dipendenti.

Il Consigliere Ing. Ezio Palmisani è stato ringraziato per il contributo nel promuovere le start-up all’interno del Propeller Club, sottolineando l’importanza di creare contesti in cui i giovani possano esprimere le proprie idee in maniera costruttiva.

Il Presidente del Propeller Nazionale, Umberto Masucci, ha preso la parola per sottolineare il valore dei giovani nel Propeller, ricordando la lunga storia dell’associazione e l’importanza di investire nella nuova generazione per trasmetterecapitale umano e creare opportunità di networking a livello nazionale e internazionale. Ha invitato i giovani a partecipare attivamente agli eventi nazionali e internazionali, ricordando l’importanza del loro contributo nella costruzione del futuro del settore.

E’ stato poi annunciato il lancio del nuovo sito web del Propeller Nazionale, affidandone la presentazione a GiuliaMasciullo, che ha illustrato le caratteristiche principali del sito: una veste grafica moderna, una navigazione intuitiva, e la possibilità di consultare tutte le informazioni principali sulle varie sezioni. Inoltre, ogni singolo Club dispone di una propria pagina con link ai social e al sito web, mentre una nuova mail dedicata alla comunicazione permetterà diraccogliere aggiornamenti e materiali dai diversi Clubs. Il sito è concepito come uno strumento vivo, costantementeaggiornabile con contenuti e feedback dei soci.

È infine intervenuto Massimiliano Giglio, Segretario Generale di Assagenti, che ha portato un saluto a nome dell’Associazione.

La serata si è conclusa con un aperitivo, un momento di networking e di confronto informale, veramente molto piacevole e costruttivo, tra tutti i partecipanti.

 

 

SHIPPING & INDUSTRIA: I CAMBIAMENTI DI “ROTTA” IMPOSTI DALL’ATTUALE CONTESTO MONDIALE

In occasione della Genoa Shipping Week, martedì 14 ottobre 2025, il Propeller Club – Port of Genoa ha organizzato un esclusivo meeting conviviale in forma di Cena di Gala presso Villa Lo Zerbino sul tema:

SHIPPING & INDUSTRIA: I CAMBIAMENTI DI “ROTTA” IMPOSTI DALL’ATTUALE CONTESTO MONDIALE

La Presidente Giorgia Boi ha salutato e ringraziato i numerosi presenti e i relatori, dando anche il benvenuto ad una nuova Socia del Club, Stefania Comelli, ingegnere navale e pittrice, ringraziandola per aver voluto condividere con noi molti dei suoi quadri, tutti a soggetto marino, esposti nelle sale di Villa Lo Zerbino durante tutta la manifestazione.

Ha poi lasciato la parola al Presidente di Confitarma Mario Zanetti, il quale ha sottolineato l’importanza del mare,che unisce ma richiede anche sicurezza per chi ci lavora e per il commercio. Ha spiegato che gli eventi internazionali influenzano molto le aziende del settore marittimo, ma che è fondamentale concentrarsi su ciò che si può controllare:semplificare la burocrazia, orientare gli investimenti tecnologici e creare regole che non penalizzino la competitività. Infine, ha evidenziato il ruolo centrale della formazione, rafforzando la collaborazione tra pubblico e privato, ITS e università, per preparare persone qualificate e garantire un futuro solido al settore.

In seguito, Luca Sisto, Direttore generale di Confitarma, ha portato i saluti di Confitarma e ha detto che in Italia sta crescendo una nuova consapevolezza del valore del mare. Ha ricordato che il mare offre grandi opportunità per l’economia, i giovani e la formazione, e che nel settore marittimo serve unità e collaborazione. Ha aggiunto che le rotte del commercio sono anche rotte di pace, perché il mare unisce i popoli e crea relazioni tra i Paesi.

La Presidente ha poi introdotto il collegamento online con il professor Antonio Gozzi, Presidente di Federacciai,ringraziando il Consigliere Segretario, ing. Ezio Palmisani per l’organizzazione di questo collegamento.

Il prof. Antonio Gozzi ha parlato della competitività europea, della transizione energetica e del Piano Mattei, sottolineando che negli ultimi 15-20 anni l’Europa ha perso terreno rispetto a USA e Cina: il PIL è sceso a due terzidi quello americano, il reddito pro capite al 60%, e l’Europa non guida più in settori chiave come intelligenza artificiale e biotecnologie.
Nonostante un mercato grande, tassi bassi e energia relativamente economica, l’Europa non ha investito abbastanza in innovazione e ricerca. Ha criticato il Green Deal europeo come troppo ideologico, perché favorisce la Cina nelle tecnologie verdi e mette a rischio le industrie di base europee, senza tutelare la manifattura locale. Ha poi sottolineato il ruolo dell’Italia, che grazie a imprese resilienti e creative può diventare un leader nel Mediterraneo, approfittando delle difficoltà di Germania e Francia. Il Piano Mattei punta a collaborare con paesi nordafricani in energia e formazione. L’Italia formerà tecnici e lavoratori locali, con vantaggi sia per l’industria italiana sia per i paesi partner. Parte dell’energia verde prodotta in Nord Africa sarà importata tramite un cavo Sicilia-Tunisia, mentre una quota resterà ai paesi coinvolti.
Infine, il prof. Gozzi ha ricordato che l’Italia ha un vantaggio culturale e relazionale nel Mediterraneo, grazie all’empatia e alla fiducia che ispira, il che facilita progetti di cooperazione economica, formativa e energetica. In generale, secondo il relatore, l’Europa deve ripensare le politiche industriali e climatiche, mentre l’Italia può sfruttare la propria posizione e capacità produttiva per creare vantaggi strategici.

Dopo la Cena la Presidente ha ringraziato tutti i presenti, le istituzioni e i relatori, dedicando un momento speciale al tavolo del Propeller Club dove, oltre al Presidente nazionale Umberto Masucci, erano presenti anche i Presidenti deiPropeller Clubs di La Spezia, Trieste e Venezia. Ha poi introdotto la fase dei saluti istituzionali, passando in particolare la parola al Vicesindaco del Comune di Genova.

Alessandro Terrile ha così portato i saluti del Comune di Genova e ha ringraziato il Propeller, la sua Presidente Boie tutti gli organizzatori della Genoa Shipping Week, sottolineando che proprio grazie al loro lavoro Genova è la Capitale dello shipping e che questa settimana mostra decisamente la professionalità e la forza del settore marittimo. Ha rilevato che la Shipping Week porta benefici immediati alla città, come turismo e visibilità, ma anche vantaggi a lungo termine, creando relazioni e valorizzando Genova nel mondo.

L’Ammiraglio Antonio Ranieri ha raccontato che, pur essendo arrivato a Genova da poco, ha iniziato a partecipare a tutti gli eventi legati al mare, sentendosi accolto e parte della città, grazie al clima di collaborazione e inclusione che ha trovato.

Il Presidente di Assagenti Gianluca Croce ha sottolineato l’importanza di valorizzare i giovani, le eccellenze locali e il mondo dello shipping, che oggi è moderno e pieno di opportunità. Ha lodato la formazione marittima genovese eha ringraziato il Propeller e la Presidente Boi per il loro impegno.

Paolo Pessina Presidente di Federagengi ha detto che quest’anno la Genova Shipping Week è stata speciale perché ha permesso ai giovani di incontrare il mondo dello shipping e viceversa. Ha sottolineato che i giovani hanno mostrato grandi capacità e che meritano fiducia, spiegando che l’evento serve anche a passare il testimone alle nuove generazioni.

Umberto Masucci ha augurato buona Shipping Week e ha rilevato quanto sia difficile organizzare un evento così importante. Ha ricordato che il Propeller Club ha ricevuto un prestigioso premio internazionale, il premio Guido Corso, per il lavoro di networking e unione nel mondo dello shipping e della logistica. Infine, ha invitato il Sindaco di Genova a partecipare alla prossima edizione della Naples Shipping Week, sottolineando la collaborazione tra le due città e le loro comunità marittimo-portuali.

La Presidente del Propeller di Venezia Anna Carnielli ha salutato tutti e ha ringraziato per l’invito, parlando a nome dei soci del Propeller Club di Venezia. Ha spiegato che stanno lavorando per coinvolgere i giovani, in modo che possano imparare dalle esperienze dei membri più esperti, in un periodo storico difficile.
Ha poi consegnato alla Presidente del Propeller Club di Genova un’ Oseida in vetro, simbolo di stima  e  prestigio,  creato  per  il  cinquantesimo  anniversario  del  Club  di  Venezia. Ha sottolineato l’importanza di collaborare e creare iniziative culturali tra i due Clubs.

La Presidente ha poi lasciato la parola ad Enrico Molisani, Vicepresidente del Propeller di Genova e moderatore della serata.

Enrico Molisani ha sottolineato che l’apertura della settimana è stata emozionante e significativa per la città, e che gli interventi, come quelli del professor Gozzi e del direttore di Confitarma, hanno evidenziato come il mare unisca nazioni, popoli ed industrie.
Ha poi passato la parola a Stefano Messina, Presidente di Assarmatori, evidenziando il suo ruolo chiave sia come rappresentante degli armatori sia come imprenditore del settore marittimo, e invitandolo a raccontare lo sviluppo del mondo del mare e l’impatto della geopolitica sulle relazioni internazionali e sull’industria.

Stefano Messina ha iniziato ringraziando tutti e parlando del valore di coinvolgere i giovani nello shipping, raccontando esperienze personali e sottolineando l’importanza di trasmettere competenze e passione alle nuove generazioni.
Ha poi parlato del settore marittimo italiano, distinguendo tra mercato internazionale e traffico nazionale. Ha spiegato che, sebbene le compagnie italiane abbiano una quota molto piccola del mercato mondiale dei trasportiinternazionali, la loro presenza è importante per garantire continuità e sicurezza negli approvvigionamenti, soprattuttoin zone a rischio. Ha sottolineato che nel traffico nazionale e nelle “autostrade del mare” gli operatori italiani e la bandiera italiana sono predominanti, e che questi settori cresceranno rapidamente, favorendo anche nuove opportunità per i giovani.
Il relatore Messina ha evidenziato l’importanza della digitalizzazione e delle nuove competenze, osservando che igiovani oggi sono preparati e capaci, e questo rende ottimista sul futuro del settore marittimo. Ha concluso dicendo che investire e assumere persone qualificate è fondamentale per far crescere l’ambiente di lavoro e il settore nel suo complesso.

Enrico Molisani ha poi introdotto il Dottor Fabrizio Ferrari, Presidente di Confindustria Genova, chiedendogli di parlare delle sfide e del futuro dell’industria genovese e del suo legame con il settore marittimo.

Fabrizio Ferrari ha ringraziato per l’invito e ha parlato con entusiasmo dell’industria genovese e ligure, sottolineando che i dati recenti sono molto positivi. Ha spiegato che un’industria forte sostiene anche traffici marittimi più efficienti, perché prodotti e merci hanno bisogno di essere trasportati.
Ha evidenziato il ruolo strategico di Genova come punto di accesso al Mediterraneo e alle coste del Nord Africa, ed ha ricordato le iniziative in corso per rafforzare i legami commerciali e industriali con questi paesi, considerandoli un’opportunità naturale per lo sviluppo economico e marittimo.
Il relatore Ferrari ha poi parlato di innovazione e digitalizzazione, sottolineando l’importanza di utilizzare l’intelligenza artificiale nel modo giusto. Ha spiegato che, sebbene l’Europa e l’Italia non possano competere con i grandi investimenti fatti da USA e Cina, possono sfruttare i propri dati e sviluppare strumenti più piccoli e verticali(small language model) per migliorare i processi industriali e proteggere le informazioni. Ha concluso osservando che l’industria deve concentrarsi su queste tecnologie innovative per crescere, mantenere indipendenza tecnologica e rafforzare la competitività, sfruttando i dati e le competenze locali in modo intelligente e sicuro.

Successivamente si è aperto un dibattito.

Il Presidente Ferrari ha chiesto al Presidente Messina se le nuove “rotte artiche” possano influenzare lo shipping italiano. Messina ha risposto che, al momento, l’impatto è minimo. Nel 2024 ci sono stati solo pochi viaggi di provarispetto ai migliaia sulla rotta tradizionale. Ha spiegato che il trasporto via nave deve essere economicamentesostenibile: le navi hanno costi elevati ogni giorno e servono traffici commerciali stabili. Per ora le rotte artiche non influenzano i porti e le rotte italiane, anche se in futuro la situazione potrebbe cambiare.

Giorgia Boi ha chiesto come il mondo dello shipping gestisce i rischi legati a tensioni geopolitiche e ad azioni egemoniche di alcuni Paesi. Messina ha spiegato che questi eventi non sono controllabili, quindi le compagnie si adattano: cambiano rotte, riorganizzano le linee e cercano alternative per mantenere traffici e ricavi. Ha sottolineato che il successo dipende spesso dalla capacità di trasformare situazioni negative in opportunità. Ferrari ha aggiunto che la forza delle piccole e medie imprese italiane sta proprio nella capacità di reinventarsi e sfruttare situazioni difficili, distinguendosi sul mercato.

Il Vice Presidente Molisani ha chiesto a Ferrari come la decarbonizzazione della terra e del mare possano dialogare e integrarsi. Ferrari ha spiegato che alcune scelte europee hanno penalizzato l’industria, come quella automotive, senza garantire energia pulita sufficiente. Ha sottolineato l’importanza di ripensare al nucleare come risorsa insiemea solare ed eolico. Secondo il relatore, in Italia si è persa una grande opportunità industriale perché decisioniimportanti sul nucleare sono state affidate a un referendum, con conseguenze negative per l’industria nazionale.

Messina ha infine spiegato che il governo italiano sta prestando maggiore attenzione all’economia del mare, anche grazie al Propeller Club. Sono coinvolti sette ministeri nella Blue Economy, ma la burocrazia è complessa e l’Italia è spesso in ritardo rispetto all’UE. Le nuove normative ambientali europee aumenteranno i costi del trasporto marittimo e della logistica, anche se i porti italiani restano tra i più efficienti. Per questo, le aziende devono investirein logistica e competenze e le infrastrutture portuali devono adeguarsi, ad esempio al cold ironing delle nuove navi, altrimenti ci saranno sanzioni e costi aggiuntivi.

Al termine della serata, la Presidente Giorgia Boi ha ringraziato tutti i partecipanti ed i relatori, consegnando loro unpresente come segno di stima e apprezzamento del Propeller Club di Genova.

                              

 

 

GENOVA CAPITALE DELLO SHIPPING Le risposte professionali e progettuali genovesi per l’affermazione dello shipping italiano nel mondo

Nel giorno inaugurale della Genova Shipping Week, il Propeller Club – Port of Genoa ha aperto ufficialmente lasettimana di eventi con un talk show trasmesso da Telenord, dedicato al ruolo – passato, presente e futuro – di Genova nello sviluppo ed affermazione dello shipping italiano e internazionale.

L’incontro, moderato da Simone Galdi e seguito dal pubblico sia in diretta televisiva, sia in streaming, sia inpresenza negli studi televisivi veramente gremiti, si è aperto con i saluti di Giorgia Boi, Presidente del Propeller Club di Genova, e di Gianluca Croce, Presidente di Assagenti.

La Presidente del Propeller Club, Giorgia Boi, salutando i presenti ha sottolineato il ruolo di Genova come Capitale dello Shipping ed ha rilevato la necessità di guardare al futuro con una visione sempre più internazionale.

Il Presidente di Assagenti, Gianluca Croce, ha evidenziato l’obiettivo di avvicinare i giovani al mondo dello shipping, valorizzando le nuove professionalità e la formazione, con la partecipazione di istituti locali.

Sono poi intervenuti nel talk show:

  • Matteo Catani, Amministratore Delegato di Grandi Navi Veloci
  • Marco Novella, Presidente e Amministratore Delegato di Sofipa
  • Matteo Paroli, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale
  • Antonio Ranieri, Comandante del Porto di Genova e Direttore Marittimo della Liguria
  • Fulvio Carlini, Presidente di Fonasba (in collegamento da Istanbul)

I relatori hanno innanzitutto discusso il legame storico e futuro tra Genova e il mare, sottolineando il ruolo centrale del porto nello sviluppo economico e culturale della città.

  • Marco Novella in particolare ha parlato delle origini marinare di Genova e della sua lunga tradizione armatoriale, sottolineando l’importanza di restare uniti come settore, oggi rappresentato da due associazioni guidate entrambe da genovesi.
  • Matteo Paroli ha spiegato perché è importante “fare sistema” tra i porti italiani per competere a livello internazionale. Ha descritto gli investimenti in corso a Genova e Savona per 3,6 miliardi di euro, ricordando la nuova diga foranea come opera simbolo, pensata per rendere più sicura ed efficiente la movimentazione delle merci.
  • Fulvio Carlini ha sottolineato che Genova e l’Italia stanno tornando protagoniste nello shipping internazionale grazie alla professionalità e alla presenza di molte aziende marittime italiane all’estero.
  • Antonio Ranieri ha illustrato il legame stretto tra porto e città, spiegando come le nuove opere, in particolare la diga, permetteranno di accogliere navi più grandi e di rendere le operazioni più sicure ed efficienti.
  • Matteo Catani ha descritto gli investimenti della sua azienda in otto nuove navi più grandi e sostenibili, tra cui la prima alimentata a gas naturale liquefatto, in grado di ridurre le emissioni fino al 50%. L’obiettivo è migliorare i servizi, creare valore per il territorio e garantire maggiore sicurezza e sostenibilità ambientale.

I relatori hanno poi discusso il ruolo chiave della digitalizzazione, formazione e transizione energetica per il futuro del porto di Genova.

  • Matteo Catani ha spiegato come l’uso di tecnologia digitale e intelligenza artificiale aiuti a controllare la flotta in tempo reale e a ridurre le emissioni, creando anche nuove opportunità di lavoro qualificato.
  • Antonio Ranieri ha sottolineato l’importanza della formazione continua per marittimi e operatori pubblici, per restare aggiornati sulle nuove tecnologie e normative.
  • Fulvio Carlini ha ricordato l’eccellenza della formazione italiana nel settore marittimo e l’ha proposta come modello da esportare all’estero, citando ad esempio l’Accademia della Marina Mercantile ed il corso Papagno di Genova.
  • Matteo Paroli ha illustrato i progetti per migliorare il rapporto città-porto, con nuove infrastrutture perseparare i flussi di traffico, potenziare il trasporto ferroviario e favorire carburanti alternativi come il GNL. Ha anche parlato dell’uso di droni e intelligenza artificiale per sicurezza e manutenzione.
  • Marco Novella ha richiamato l’attenzione sulla cultura marittima genovese, invitando cittadini e imprese a sostenere la transizione ecologica e i progetti di formazione e

Nel dibattito conclusivo, i relatori hanno espresso un forte ottimismo sul futuro di Genova nel contesto internazionale, sottolineando motivi diversi per credere nelle sue forti potenzialità.

  • Marco Novella ha affermato che Genova è in grado di farcela grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo e alla sua lunga storia marittima di successi. Tuttavia, ha criticato la scarsa determinazione del sistema italiano nel valorizzare davvero il ruolo della città nei collegamenti europei, chiedendo maggiore riconoscimento per Genova come porto del Sud Europa.
  • Matteo Paroli ha condiviso l’ottimismo e ricordato come Genova abbia saputo trasformare la tragedia del ponte Morandi in un’occasione di rinascita, attirando grandi investimenti pubblici e privati. A suo modo di vedere, la città è assolutamente in grado di imporsi, perché ha intelligenza, storia, cultura e spirito imprenditoriale, oltre a un porto che si sta espandendo e modernizzando.
  • Antonio Ranieri si è detto certo che Genova riuscirà. Ha spiegato che la città è spesso apripista nelle innovazioni, come nel caso del rifornimento di GNL ship-to-ship, e che il successo deriva dalla collaborazione di tutto il cluster marittimo, pubblico e privato, che lavora unito per lo sviluppo del porto.
  • Infine, Matteo Catani ha definito Genova una città determinatamente ambiziosa, con una comunità che lavora per realizzare una visione comune di crescita economica e sociale. Ha evidenziato che accanto agliinvestimenti pubblici sulle infrastrutture ci sono anche grandi investimenti privati, segno della fiducia nel futuro della città.

Tutti i relatori hanno concordato sul fatto che Genova ha le risorse, la competenza e la visione per affrontare le sfide globali e consolidare il proprio ruolo nel Mediterraneo, a patto di continuare a investire in innovazione, infrastrutture e collaborazione.

               

 

 

IL NUCLEARE ED IL MARE

Mercoledì 24 settembre 2025, il Propeller Club – Port of Genoa ha organizzato, in apertura del nuovo anno sociale, la prima riunione conviviale presso la splendida location dell’Hotel Bristol Palace.

L’evento è stato moderato dal Vice Presidente Enrico MOLISANI e ha visto come relatori Massimo DEBENEDETTI – Amministratore Delegato Cetena e Michele FRIGNANI – Direttore Tecnologie Nucleari e Sviluppo Prodotti – Ansaldo Nucleare, sul tema, molto attuale e interessante:

“IL NUCLEALE ED IL MARE”

 L’incontro è iniziato alle ore 19.00 e, dopo l’aperitivo e la cena, la Presidente Giorgia BOI ha salutato eringraziato i presenti e i relatori, dando il benvenuto a cinque nuovi Soci: Sonia Sandei di Assoclima, MaurizioDaccà Presidente dell’Associazione Promotori Musei del Mare, nonché i giovani Gabriele Giovanni Canopoli, Batualp Cenkci ed Emanuele Ramaglia della Residenza Universitaria delle Peschiere.

Successivamente ha lasciato la parola all’Assessore Emilio ROBOTTI, il quale ha portato i saluti istituzionali del Comune di Genova.

La Presidente ha poi passato la parola ad Enrico MOLISANI Vice Presidente del Propeller Club – Port of Genoa,il quale ha presentato i relatori e introdotto il tema della serata, spiegando che il nucleare rappresenta una sfida per il futuro sotto diversi punti di vista: tecnologico, educativo, culturale e normativo. Ha ricordato anche che lo sviluppo del nucleare richiederà nuove regole internazionali e nazionali, oltre a un grande impegno da parte dell’industria, delle università e delle professioni ed ha sottolineato il ruolo fondamentale della divulgazione perfar comprendere meglio al pubblico questo tema.
Ricordando poi le parole di una Ministra degli esteri britannica, che aveva definito il nucleare non solo unaquestione energetica ma anche geopolitica, il moderatore ha quindi invitato i relatori ad approfondire non solo gli aspetti tecnici e industriali, ma anche quelli sociali e culturali.

Massimo DEBENEDETTI Amministratore Delegato Cetena, ha ringraziato il Propeller Club per l’opportunità diparlare del nucleare, un tema che in Italia è stato abbandonato troppo presto ma che oggi è di nuovo centrale nellatransizione energetica. Ha ricordato che non si può parlare seriamente di decarbonizzazione senza considerare anche il nucleare; ciò, sottolineando che il nucleare deve far parte della transizione energetica giacchè non èpossibile puntare solo sulle rinnovabili, che sono discontinue (tra l’altro, in oltre 70 anni di utilizzo civile, gli incidenti nucleari sono stati pochi e legati più a errori di gestione che alla tecnologia stessa).
Parlando di trasporto marittimo, Debenedetti ha spiegato che la transizione energetica in questo settore è moltocomplessa: a differenza di auto, treni o aerei, le navi sono estremamente diverse tra loro per dimensioni, rotte efunzioni. Per questo non esiste una sola soluzione valida per tutti: ogni nave dovrà adottare il carburante e la tecnologia più adatti al proprio profilo. In questo contesto il nucleare potrebbe essere una risposta importante,soprattutto per ridurre le incertezze legate alla disponibilità futura dei combustibili alternativi.
Ha sottolineato che Fincantieri sta già lavorando su varie soluzioni per ridurre le emissioni, come LNG, metanolo, idrogeno e ammoniaca, citando la costruzione della prima nave passeggeri a idrogeno che sarà consegnata nel 2026.
Il nucleare però, secondo il relatore, rappresenta una scommessa a lungo termine: realisticamente le prime navi civilipotrebbero arrivare intorno al 2040. La strada è lunga, perché servono nuove regole, autorizzazioni e molto sviluppo tecnologico.
Ha poi spiegato che i reattori di quarta generazione potrebbero essere adatti al settore navale perché più sicuri, compatti e con meno vincoli rispetto a quelli tradizionali. Inoltre, possono usare come combustibile le scorie dialtri reattori, trasformando così un problema in una risorsa. Il relatore ha sottolineato l’interesse della Marina Militare italiana, che vede nel nucleare un modo per aumentare autonomia, sicurezza e capacità di proiezione.L’idea è dunque partire con applicazioni militari come apripista, per poi passare alle navi civili.
Infine, ha rilevato che questa sfida potrebbe riportare in Europa la costruzione di grandi navi mercantili, un settore che da decenni è quasi del tutto perso, e che per l’Italia sarebbe un’occasione importante sia industriale che strategica.

Michele FRIGNANI Direttore Tecnologie Nucleari e Sviluppo Prodotti – Ansaldo Nucleare, ha concentrato il suo intervento sul tema del nucleare, illustrando l’evoluzione e le prospettive di questa tecnologia. Ha portato anche esempi tratti dall’esperienza di Ansaldo Nucleare, realtà in cui lavora, per spiegare lo sviluppo dei progetti e le applicazioni più significative.
Ha raccontato che, dopo la chiusura del programma nucleare italiano nel 1987, l’azienda ha trovato nuove opportunità soprattutto all’estero, in particolare in Romania, dove ha partecipato alla costruzione e al rinnovo di centrali. Questo ha portato a una crescita rapida, con circa 500 dipendenti e un portafoglio ordini molto superiore al fatturato attuale.
Ha sottolineato che oggi in Europa ci sono circa 100 reattori in funzione, che producono il 26% dell’elettricità dell’UE e rappresentano la fonte senza emissioni più importante. Il nucleare, a differenza delle rinnovabili, può fornire energia in modo costante o modulare la produzione in base alla domanda.
Parlando dei nuovi reattori di piccola taglia (SMR), il relatore ha evidenziato che nel mondo ci sono moltissimi progetti, ma solo pochi in costruzione. Questi impianti potrebbero essere realizzati più velocemente grazie alla modularità, ma la loro reale convenienza economica è ancora da dimostrare. Ha ricordato che esistono già esempi di utilizzo navale, come rompighiaccio e centrali galleggianti in Russia, ma le applicazioni restano limitate ecomplesse. Ha illustrato l’evoluzione delle diverse generazioni di reattori, sottolineando i miglioramenti in termini di sicurezza e sostenibilità, e il potenziale delle nuove tecnologie per ridurre le scorie e utilizzare meglio le risorse. Ha anche parlato delle sfide normative e assicurative per l’uso del nucleare a bordo delle navi, che richiederebbero nuove regole internazionali e infrastrutture adeguate.
Il relatore ha ricordato che il settore navale contribuisce solo per l’1,7% alle emissioni globali, ma produce unaquota molto alta di inquinanti nocivi (NOx e SOx). Per questo il nucleare potrebbe essere una soluzione interessante, insieme alle rinnovabili, per la decarbonizzazione. Infine, ha sottolineato l’importanza di ricostruirecompetenze, di formare giovani ingegneri e di migliorare l’accettazione pubblica di queste tecnologie. Hasegnalato a questo proposito un evento informativo a Genova (“Stand Up for Nuclear”), pensato per dialogare con i cittadini.

Successivamente si è tenuto un interessante dibattito, reso tale dalle domande ed osservazioni di numerosi soci.

Al termine del dibattito la Presidente Giorgia Boi ha voluto porgere un cordiale ringraziamento a tutti i numerosipartecipanti ed, in particolare, ai relatori, a cui ha consegnato un presente come segno di stima e di apprezzamento da parte di tutto il Propeller Club di Genova.

                             

 

160.mo ANNIVERSARIO DEL CORPO DELLE CAPITANERIE DI PORTO

Mercoledì 9 luglio maggio 2025, il Propeller Club – Port of Genoa ha organizzato la riunione conviviale di fine anno sociale nella magnifica location dell’Hotel Bristol Palace di Genova, al fine di celebrare il 160° anniversario del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e, contestualmente, dare il benvenuto al nuovo Comandante del Porto di Genova e Direttore Marittimo della Liguria, Ammiraglio Antonio Ranieri.

 La serata ha visto una partecipazione davvero straordinaria: oltre a numerosissimi soci, ai vertici delle più importanti associazioni di settore ed a professionisti di spicco del settore marittimo, erano presenti moltissime Autorità e figure istituzionali di primo piano. Tra queste, si ricordano principalmente: il Presidente della Regione Liguria Marco Bucci, il Vicesindaco di Genova Alessandro Terrile, il Prefetto di Genova Cinzia Torraco, il Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale Matteo Paroli, il Generale dei Carabinieri Claudio Lunardo, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Luigi Macchia, il Presidente della Guardia Costiera Ausiliaria Stefano Sechi; tra le rappresentanze del settore portuale, si ricordano in particolare il Capo Pilota del Porto di Genova, Danilo Fabricatore Irace ed il Presidente del Gruppo Antichi Ormeggiatori, Flavio Bertorello; vanno anche segnalati molti altri rappresentanti sia del Comando Generale delle Capitanerie di Porto e della Direzione Marittima della Liguria, sia delle principali realtà del cluster marittimo ligure, tra cui Assagenti con il suo Presidente Gianluca Croce.

 Dopo i momenti conviviali dell’aperitivo di benvenuto e la cena, la Presidente Giorgia BOI ha salutato e ringraziato i presenti, dando il benvenuto a sei nuovi soci: Alice Arduini (Alix International S.r.l.), Fabio Doppierio (Residenza Universitaria delle Peschiere), Massimo Franzi (PSC Impianti Navali Condizionamento), Luca Marchiando (Residenza Universitaria delle Peschiere), Flavio Riolfo (Zurich Insurance Europe AG), e Francesco Massimo Tiscornia (Studio Avv.ti Tiscornia).

 La Presidente ha poi lasciato la parola per i saluti istituzionali al Presidente della Regione Marco BUCCI il quale ha espresso il suo onore nel partecipare all’evento, sottolineando il valore e l’importanza del Corpo delle Capitanerie di Porto per la sicurezza in mare.
Ha ricordato la sua esperienza personale come giovane ufficiale nella Capitaneria di Porto, raccontando con affetto i mesi trascorsi in servizio. Ha concluso ringraziando tutti gli uomini e le donne che ogni giorno svolgono questo servizio con dedizione.

 Il vicesindaco di Genova, Alessandro TERRILE, ha portato i saluti del Comune e della sindaca Silvia Salis e ha sottolineato il forte legame tra la città e la Guardia Costiera. Ha evidenziato l’importanza del loro lavoro nel soccorso in mare, nella tutela ambientale e nella sicurezza dei traffici portuali, essenziali per l’economia genovese. Ha infine ringraziato il personale per il costante impegno, spesso silenzioso ma fondamentale, soprattutto nelle emergenze.

Un momento speciale è stato dedicato al brindisi per celebrare i 160 anni delle Capitanerie, accompagnato da una torta con luminarie decorata con il logo ufficiale del 160° anniversario su sfondo azzurro mare, a simboleggiare un traguardo storico raggiunto con impegno e passione.

 Successivamente è stato presentato con un caloroso benvenuto l’Ammiraglio RANIERI, nuovo Comandante del Porto di Genova e Direttore marittimo della Liguria.

Nel suo intervento, l’Ammiraglio Antonio RANIERI ha ringraziato i presenti e in particolare la Presidente Giorgia Boi per l’organizzazione della serata. Ha rivolto un pensiero affettuoso al suo comandante generale Nicola Carlone, riconoscendone l’impegno e la vicinanza alla Direzione Marittima di Genova, che oggi ha l’onore di guidare.
Ha poi ricordato come le Capitanerie di Porto, nate 160 anni fa, abbiano mantenuto e ampliato nel tempo i loro compiti. Su 11 funzioni individuate a livello europeo per la Guardia Costiera, ben 9 sono svolte direttamente dal corpo italiano, mentre le altre 2 vengono gestite in collaborazione con altre forze dello Stato.
Oltre alle attività note di soccorso, tutela ambientale e sicurezza in mare, ha sottolineato anche l’importante ruolo amministrativo svolto nei porti: garantire che le navi possano attraccare in sicurezza, coordinare piloti, rimorchiatori e ormeggiatori, e vigilare sulle operazioni commerciali di carico e scarico. Un lavoro silenzioso ma fondamentale per il buon funzionamento del sistema portuale.
Ha concluso l’intervento presentando un breve video che ha ripercorso i momenti più significativi della storia della Guardia Costiera.

 Successivamente è intervenuto il Prof. Luca LO BASSO, ordinario di Storia Moderna all’Università di Genova e fondatore della prima cattedra italiana di storia marittima. Ha raccontato le antiche origini delle funzioni oggi svolte dalle Corpo delle Capitanerie di Porto e dalla Guardia Costiera.
In particolare, ha illustrato come, tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna, Genova avesse sviluppato un sistema istituzionale avanzato per regolare l’attività marittima, sia mercantile che portuale. Al centro di questo sistema c’era il Magistrato dei Conservatori del Mare, istituito nel 1490 e reso stabile dal 1528, con competenze tecniche, amministrative e giudiziarie, attivo fino all’età napoleonica.
La sede operativa era in Vico Conservatori del Mare, nei pressi di Piazza Banchi, allora fulcro della vita marittima cittadina. Qui i Conservatori si occupavano di costruzione e manutenzione delle navi, arruolamento degli equipaggi, disciplina portuale e rilascio delle patenti per i capitani, anticipando modelli simili sviluppati più tardi in altri stati italiani.
Il prof. Lo Basso ha spiegato che i Capitani di marina dovevano sostenere esami teorici e pratici, e che i più esperti di loro diventavano esaminatori, creando così un sistema autoregolato, ma anche influenzato dalle grandi famiglie aristocratiche genovesi, che ne controllavano l’accesso.
Il modello genovese si avvicinava per struttura agli ammiragliati inglesi e francesi, e aveva anche legami con i Consolati del Mare, in particolare quello catalano. Queste istituzioni, diffuse nei porti del Mediterraneo, applicavano un tipo di giustizia sommaria, cioè rapida ed efficace, utile soprattutto nei rapporti commerciali marittimi.
Infine, ha sottolineato come questa lunga tradizione storica sia tuttora visibile nello stemma della Capitaneria di Porto di Genova, che conserva il riferimento ai Conservatori del Mare. Un legame forte con il passato che testimonia l’importanza e la continuità della vocazione marittima della città.

 L’Ammiraglio Nicola CARLONE, a cui la Presidente Giorgia Boi ha dato la parola indirizzando espressioni di grande vicinanza ed apprezzamento, ha aperto il suo intervento esprimendo orgoglio e gratitudine per essere stato invitato a celebrare i 160 anni del Corpo delle Capitanerie di Porto.
Nel suo intervento ha ripercorso le tappe fondamentali della lunga storia del Corpo, a partire dalla sua nascita nel 1865 con l’unificazione di due realtà – una militare e una civile – sotto un unico comando. Ha ricordato come nel tempo le Capitanerie abbiano assunto un ruolo sempre più ampio e articolato: dalla militarizzazione avvenuta nel 1917 durante la Prima guerra mondiale, all’introduzione del Codice della Navigazione nel 1942, che ha definito funzioni e competenze in modo strutturato.
Negli anni successivi, le Capitanerie hanno ampliato le proprie attività, diventando protagoniste anche nel settore della pesca, del diporto, della sicurezza in mare e della tutela ambientale. L’Amm. Carlone ha ricordato, ad esempio, l’avvio della campagna “Mare Sicuro” negli anni ’70 e l’estensione dell’attività anche ai laghi dopo una tragedia avvenuta sul Garda. Con la nascita delle aree marine protette e l’istituzione ufficiale della Guardia Costiera nel 1989, il Corpo ha assunto un ruolo centrale nella protezione dell’ambiente marino.
Negli anni ’90 sono stati creati strumenti importanti come il Comando Generale e il centro nazionale di coordinamento per i soccorsi in mare (MRCC Italia), mentre più recentemente il lavoro delle Capitanerie si è arricchito grazie all’uso della tecnologia, con sistemi digitali per semplificare i servizi ai cittadini, droni per monitorare i cetacei, e piattaforme online per consultare le ordinanze.
Durante il suo intervento, l’Amm. Carlone ha mostrato un video che raccontava come sono stati celebrati i 160 anni delle Capitanerie di Porto in varie città italiane. Tra queste ha ricordato anche Sanremo, dove il Corpo è stato festeggiato in un contesto speciale.
Ha anche mostrato un cortometraggio speciale, ideato per raccontare la storia e i valori delle Capitanerie di Porto in modo coinvolgente e accessibile a tutti.
Ha concluso il suo intervento con un forte senso di appartenenza e di speranza verso il futuro, sottolineando l’importanza di proseguire su questa rotta con passione, responsabilità e spirito di servizio.

 La serata si è conclusa con un momento molto sentito: lo scambio dei crest. Due crest sono stati donati dal Propeller Club – Port of Genoa all’Ammiraglio Carlone e all’Ammiraglio Ranieri, che hanno a loro volta omaggiato il Club con i crest ufficiali della Guardia Costiera. Anche al professor Lo Basso è stato consegnato un presente in segno di apprezzamento.

 L’affollatissimo incontro, che ha coinvolto tutti in un’atmosfera veramente calorosa, è terminato con l’augurio di buona estate da parte della Presidente Giorgia Boi e l’arrivederci a settembre per l’inizio del nuovo anno sociale.

 

 

               

 

 

 

 

 

INTELLIGENZA ARTIFICIALE ED ASSICURAZIONI MARINE E TRASPORTI: REGOLE, RISCHI ED OPPORTUNITÀ NELL’ERA DIGITALE

Martedì 27 maggio 2025, il Propeller Club – Port of Genoa ha organizzato una riunione conviviale nella magnifica location dell’Hotel Bristol Palace Genova, sul tema:

“INTELLIGENZA ARTIFICIALE ED ASSICURAZIONI MARINE E TRASPORTI: REGOLE, RISCHI ED OPPORTUNITA’ NELL’ERA DIGITALE”

L’incontro è iniziato alle ore 19.00 e, dopo l’aperitivo e la cena, la Presidente Giorgia BOI ha salutato e ringraziato i presenti e i relatori, dando il benvenuto a sette nuovi soci: Gilberto Besana (FMC International), Edoardo Bedon (Residenza Universitaria delle Peschiere), Claudio Bicchierai (Studio Legale Garbarino), Stefano Denegri (Denegri S.r.l.), Michela Luccisano (Studio Societario e Tributario Ricci & Partners), Fabrizio Moscatelli (Moscatelli & Partners Corporate and Tax consulting) e Giacomo Unia Neri (Residenza Universitaria delle Peschiere).

La Presidente ha poi lasciato la parola a Luca FLORENZANO (Siat S.p.A.) moderatore della serata, il quale ha introdotto l’argomento dell’evento e presentato i relatori. Ha sottolineato quanto sia importante aggiornare continuamente le proprie conoscenze, soprattutto nel settore tecnologico, dove tutto evolve molto rapidamente. In questo contesto, ha ricordato che strumenti moderni come l’intelligenza artificiale, e in particolare ChatGPT, possono essere un valido aiuto: si tratta di tecnologie gratuite, accessibili e capaci di fornire rapidamente informazioni e risposte, ma vanno usate con consapevolezza, come altri strumenti digitali (ad esempio Google Translate). Ha poi lasciato la parola al primo relatore della serata.

Luca BAGNATO (Prima Assicurazioni) ha iniziato il suo intervento introducendo in modo semplice e chiaro il tema dell’intelligenza artificiale (AI), prima di approfondire il legame tra AI e il settore dei trasporti e delle assicurazioni marittime.
Ha spiegato che l’intelligenza artificiale è la capacità delle macchine di svolgere attività simili a quelle umane, come ragionare, imparare e risolvere problemi. Alcuni esempi semplici sono il riconoscimento facciale del cellulare, gli assistenti vocali come Alexa, o i suggerimenti su Spotify.
L’intelligenza artificiale esiste da molti anni, ma solo oggi è diventata così diffusa grazie a computer più potenti. Si è poi soffermato sull’evoluzione dell’IA, fino ad arrivare a quella “generativa”, come ChatGPT, che non solo analizza i dati, ma crea contenuti nuovi.
Ha spiegato che l’AI si basa su dati in ingresso (testi, immagini, audio) e produce risultati come analisi di opinioni, sintesi di testi o riconoscimento di oggetti. Ha fatto una distinzione tra AI tradizionale, che analizza e prevede, e AI generativa, che crea contenuti nuovi.
Nel settore assicurativo, l’AI viene già usata per rendere più veloci e semplici operazioni come la gestione dei sinistri, il servizio clienti o la personalizzazione delle offerte.
Il relatore ha anche parlato dei rischi dell’intelligenza artificiale. I più importanti sono: l’affidabilità dei dati, la protezione della privacy e l’uso corretto delle informazioni sensibili. Ha spiegato che i dati che si danno in input a strumenti come ChatGPT possono poi essere riutilizzati, perciò è importante fare attenzione, specialmente in ambiti regolamentati come le banche e le assicurazioni.
Infine, ha accennato al Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (AI Act), che classifica i diversi tipi di IA in base al rischio (minimo, limitato, alto, inaccettabile) e ne regola l’uso. Ha sottolineato come alcune applicazioni, come il “credito sociale” usato in Cina, siano considerate non accettabili in Europa.
Ha concluso ricordando che, oltre alle grandi opportunità, l’AI porta anche importanti sfide etiche, come la trasparenza, la correttezza e il rispetto della privacy.

A questo punto, il moderatore ha lanciato una riflessione sul tema della fiducia nei dati: se strumenti come ChatGPT si basano su informazioni raccolte dal web, ci si deve domandare quanto siano affidabili queste fonti e se esista il rischio che vengano usate per manipolare l’informazione. È un tema delicato, che apre la porta a interrogativi più ampi sull’impatto dell’AI nelle scelte umane. A questo proposito ha ricordato che, nel contesto marittimo, il fattore umano resta ancora oggi una delle principali cause degli incidenti, e che qualsiasi tecnologia, per quanto avanzata, non dovrebbe mai sostituire del tutto il giudizio umano. Con queste considerazioni, ha introdotto il secondo relatore.

Matteo TURCI (Studio Legale Turci) ha così sottolineato come l’intelligenza artificiale stia cambiando il settore delle assicurazioni, soprattutto nel campo marittimo e dei trasporti. Uno degli ambiti più interessanti è l’uso dell’AI per valutare i rischi assicurativi. Rispetto all’essere umano, l’AI può analizzare una quantità enorme di dati in poco tempo, rendendo possibile assicurare anche realtà nuove, come le start-up o attività senza una storia assicurativa. Tuttavia, questo vantaggio comporta anche dei rischi: spesso non si riesce a capire come l’AI arrivi alle sue decisioni, perché funziona come una sorta di “scatola nera” (black box). Questo può creare problemi sia per chi richiede una polizza e viene rifiutato senza motivazioni chiare, sia per l’assicuratore, che potrebbe accettare rischi troppo alti senza accorgersene. Inoltre, se i dati utilizzati per addestrare l’AI sono manipolati, il risultato può essere volutamente alterato per trarne un vantaggio.
Un altro aspetto affrontato è stato quello delle unità autonome, come le navi che viaggiano senza equipaggio umano grazie a sensori e intelligenza artificiale. In questi casi, le regole attuali non sono ancora pronte a gestire situazioni dove non esiste un comandante umano riconoscibile. Diventa difficile, in caso di incidente, stabilire cosa sia successo, chi sia il responsabile, quale compagnia assicurativa debba intervenire e chi debba pagare. Le cose si complicano ancora di più quando diverse intelligenze artificiali interagiscono tra loro, magari provenienti da aziende diverse e non sempre compatibili, come accade in alcuni porti automatizzati. La presenza di tanti attori tecnologici rende difficile capire dove si trova il problema e chi ne deve rispondere.
Infine, il relatore ha parlato di come l’AI e i sensori possano essere usati per gestire in modo automatico i sinistri. Per esempio, installando sensori nei container o nelle stive delle navi, è possibile rilevare eventuali danni mentre il carico è ancora in viaggio. In alcuni casi, l’intelligenza artificiale potrebbe avviare subito il rimborso, prima ancora che la nave arrivi a destinazione. Questo permette una gestione molto veloce, ma può portare a errori: magari si autorizza un rimborso per un danno che non esiste, oppure si decide di buttare via merci che in realtà sono ancora buone. Per ridurre questo rischio, una possibile soluzione è utilizzare questi sistemi solo per danni piccoli oppure prevedere sempre una verifica umana finale.
Per il futuro, si stanno studiando norme più adatte, certificazioni comuni per l’AI nei trasporti e nuove regole per definire chi è responsabile quando un’intelligenza artificiale prende il controllo.

Il moderatore L. Florenzano ha poi osservato che per applicare efficacemente l’AI servono basi di dati molto ampie e strutturate. Ha fatto l’esempio del settore auto, dove aziende come Unipol, con milioni di assicurati, hanno potuto sviluppare strumenti sofisticati per gestire sinistri e contrastare le frodi, anche attraverso l’analisi delle fotografie degli incidenti. Al contrario, nel settore marittimo, dove i dati sono più frammentati e le situazioni più variabili, serve ancora tempo prima che l’automazione possa essere applicata su larga scala. Infine, ha ribadito l’importanza di restare aggiornati e ha passato la parola all’ultimo relatore.

Davide PIGNONE (Siat S.p.A.) ha spiegato che il suo obiettivo non è spaventare le persone sull’uso dell’intelligenza artificiale (AI), ma farla provare e capire meglio. Ha chiesto ai partecipanti chi l’avesse già usata, notando che molti l’avevano almeno provata.
Ha ricordato che l’IA non è una cosa nuova, ma è diventata popolare da quando è uscito ChatGPT di OpenAI, che ha reso l’AI conversazionale accessibile a tutti. Inizialmente, ChatGPT non era connesso a internet, ma oggi è molto più evoluto. Le ultime novità includono due tecnologie importanti: la RAG ovvero un sistema che usa documenti aziendali per dare risposte precise e gli agenti AI ovvero assistenti digitali autonomi che eseguono compiti reali.
Ha mostrato come oggi l’AI riesca a creare video realistici con voci e movimenti naturali, al punto che sembrano veri film, tutto partendo da un semplice comando scritto (prompt).
Ha raccontato anche un caso concreto: un imprenditore ha creato un’applicazione che replica il modo di parlare di un famoso podcaster usando l’AI. L’app risponde come lui, parla con le persone e converte i follower in clienti. Questo progetto, nato con pochi mezzi, è arrivato a valere milioni.
Nel mondo del lavoro, il relatore ha spiegato che l’AI non ha fermato ciò che già si faceva, come la manutenzione predittiva o l’ottimizzazione delle rotte. La differenza è che oggi l’AI è più semplice da usare e più vicina alle persone.
Nel settore assicurativo, per esempio, Unipol ha già usato l’AI per automatizzare alcuni processi legati ai sinistri e alle analisi dopo eventi catastrofici.
Secondo il relatore, il rischio più grande oggi non è tanto tecnologico, ma strategico: chi non inizia a sperimentare l’intelligenza artificiale rischia di essere superato da chi invece la sa usare bene. Per questo motivo, ha consigliato di partire mappando i processi aziendali, per capire dove l’AI può essere utile, e di avviare piccoli progetti pilota per testarla in modo concreto. È importante anche formare i team e i manager, così che tutta l’organizzazione possa acquisire una buona conoscenza della tecnologia. Infine, il relatore ha sottolineato l’importanza di integrare l’intelligenza artificiale con il business, in modo che diventi una parte naturale e vantaggiosa del lavoro quotidiano.
Il relatore ha concluso dicendo che non è importante sapere tutto di AI, ma iniziare a usarla e sperimentarla nella vita e nel lavoro di tutti i giorni.

Successivamente si è tenuto un interessante dibattito durante il quale alcuni presenti hanno posto delle domande, e i relatori hanno risposto utilizzando ChatGPT, per mostrare ai partecipanti come funziona e quali sono le potenzialità dell’intelligenza artificiale.

La Presidente Giorgia Boi ha concluso la serata ringraziando tutti i presenti, in particolare il moderatore ed i relatori, ai quali è stato consegnato un presente come segno di grande apprezzamento da parte del Propeller Club di Genova. Ha infine invitato tutti al prossimo incontro che concluderà l’anno sociale con connotati molto speciali.

 

     

 

ENERGIA BLU: BLOCKCHAIN E RINNOVABILI MARINE – LE NUOVE FRONTIERE DELL’ENERGIA SOSTENIBILE

Martedì 6 maggio 2025, alle ore 16.00, il Propeller Club – Port of Genoa ha tenuto un incontro pomeridiano presso l’Hotel Bristol Palace di Genova, con moderatore Leonardo PARIGI e relatori (in ordine alfabetico): Mauro BONFANTI, Andrea FRULLA, Gianni VALENTI

sul tema:

“ENERGIA BLU: BLOCKCHAIN E RINNOVABILI MARINE –
LE NUOVE FRONTIERE DELL’ENERGIA SOSTENIBILE”

L’incontro organizzato dal nostro socio Andrea Frulla è iniziato alle ore 16.00 con i saluti della Presidente Giorgia Boi che ha ringraziato i relatori ed i presenti ed ha dato il benvenuto ad un nuovo socio: Pier Franco Raffaelli (Studio Legale Raffaelli).

La Presidente ha poi ceduto la parola all’Assessore Francesco Maresca, il quale ha portato i saluti del Comune di Genova, ringraziando per l’invito e sottolineando l’importanza dell’incontro, dedicato in particolar modo al settore giovanile per promuovere la cultura marittima e la digitalizzazione nel settore marittimo-portuale. Ha ringraziato il Propeller Club per il suo lavoro nel rafforzare il legame tra Genova e il mare.

Durante l’incontro, è stato rivolto un saluto speciale al nuovo Direttore Marittimo della Liguria e Comandante del Porto di Genova, Contrammiraglio Antonio RANIERI, alla sua prima partecipazione pubblica sul territorio da quando ha assunto l’incarico il 28 aprile scorso.
Il Contrammiraglio ha ringraziato per l’invito e ha parlato dell’importanza della nuova normativa SECA, che impone alle navi nel Mediterraneo l’uso di carburanti più puliti. Ha sottolineato il ruolo della Capitaneria nei controlli e l’importanza di informare correttamente su questi temi. Ha poi evidenziato il valore della partecipazione dei giovani, che saranno i protagonisti del cambiamento verso tecnologie e carburanti più sostenibili. Infine, ha ricordato l’impegno della Capitaneria, insieme alle altre istituzioni, per rendere Genova sempre più legata e attenta al mare.
Al Contrammiraglio è stato dedicato un piccolo pensiero di benvenuto.

Il moderatore Leonardo PARIGI (Osservatorio ARTICO), ha successivamente introdotto l’incontro evidenziando che il tema principale dell’evento è il mare, trattato non solo come risorsa tradizionale, ma anche come fonte di innovazione. Ha sottolineato l’importanza del mare per Genova, la Liguria, l’Italia e il Mediterraneo, menzionando le nuove normative internazionali che stanno influenzando il settore dei traffici marittimi. Ha poi presentato i relatori della giornata e ha passato la parola ad Andrea Frulla per introdurre il tema della blockchain, chiedendogli di spiegare come questa tecnologia possa essere usata nel settore marittimo e nella produzione di energia dal mare.

Andrea FRULLA (Blockship) ha così introdotto il proprio intervento spiegando come un gesto semplice, come accendere la luce, in realtà nasconda un fenomeno affascinante: la trasformazione dell’energia elettrica in luce. Questo concetto di trasformazione è fondamentale nella storia dell’uomo, che da sempre cerca nuovi modi per produrre energia. Un esempio è il fuoco, che converte l’energia chimica della legna in calore e luce.
Oggi, in un mondo sempre più digitale, il “combustibile” è rappresentato dai bit, cioè dalle informazioni digitali. Unendo questi due concetti – trasformazione ed energia digitale – nasce il fenomeno di Bitcoin e della sua tecnologia di base, la blockchain.
Il relatore ha spiegato che la blockchain è come un libro digitale composto da pagine (blocchi) che contengono informazioni, in genere transazioni. Questi blocchi sono collegati tra loro in modo immutabile, creando una catena. Ciò rende la blockchain libera, decentralizzata (ognuno ne ha una copia), trasparente e immutabile: nessuno può modificare i dati una volta registrati.
Per garantire tutto ciò, serve un processo chiamato mining. I miner sono computer specializzati che validano le transazioni risolvendo complessi problemi matematici, consumando energia elettrica. Come ricompensa, ricevono nuovi Bitcoin. In questo modo, trasformano energia elettrica in valore economico.  In particolare il  relatore ha spiegato che Bitcoin ha valore perché:

  1. Può essere trasferito direttamente tra persone, senza banche o intermediari (peer-to-peer).
  2. È unico: non può essere copiato come una foto o un file.
  3. È scarso: esisteranno solo 21 milioni di Bitcoin.

Secondo il relatore, questa tecnologia rappresenta un’opportunità anche per il settore delle energie rinnovabili. Poiché l’energia deve essere usata subito, i computers per il mining possono essere installati direttamente vicino a impianti eolici, solari o idroelettrici. In questo modo, si sfrutta l’energia in eccesso e si crea valore economico, rendendo la produzione rinnovabile più sostenibile e redditizia.

Il moderatore ha successivamente invitato il secondo relatore a parlare di come dai rifiuti possano nascere soluzioni innovative.

 

Gianni VALENTI presidente e fondatore dell’organizzazione internazionale Gaia First, ha spiegato che Gaia First è attiva nella tutela dell’ambiente con sedi a Parigi, Miami e Mumbai, e una rete presente in oltre 20 Paesi nel mondo.

Tra le innovazioni principali dell’organizzazione, il relatore ha presentato un progetto sviluppato con grandi aziende per trasformare i rifiuti plastici (anche non riciclabili) in elementi puri come idrogeno, carbonio e ossigeno, da cui si può generare energia pulita, senza scarti tossici.

Ha sottolineato che il riciclo tradizionale non è sufficiente: è costoso, inefficiente e inquinante. La loro tecnologia, invece, rompe le molecole della plastica a livello atomico, estraendo elementi utili. Ogni impianto, inoltre, produce dieci volte più energia di quanta ne consuma, rendendo l’intero processo vantaggioso anche dal punto di vista economico.

Gaia First intende utilizzare questa energia anche per sostenere progetti ambientali, come la pulizia dei mari. Proprio per questo è nato il progetto Mare Nostrum, che partirà con una spedizione nel Mediterraneo: un gruppo di giovani navigherà tra 15 Paesi per promuovere la tutela delle aree marine protette, la valorizzazione delle conoscenze locali e la pulizia delle coste.

Il progetto è riconosciuto e supportato anche dall’UNESCO, e punta in futuro a espandersi in Nord e Sud America, India, Australia e Caraibi.

Il relatore ha concluso l’intervento con un appello, ritenendo necessario avere persone con una visione a lungo termine, pronte a pensare al bene collettivo e al futuro. Ha pertanto invitato chiunque desideri contribuire con idee, risorse o supporto a unirsi alla causa, sottolineando che, attraverso tecnologia, educazione e impegno diretto, è possibile portare un cambiamento reale nel mondo.

Leonardo Parigi ha infine invitato Mauro Bonfanti a parlare delle ricerche del Politecnico di Torino.

 

Mauro BONFANTI, ricercatore del Politecnico di Torino, ha presentato le attività del More Energy Lab, un laboratorio nato nel 2020 e specializzato nello studio delle tecnologie legate al mare: dall’energia rinnovabile alla mobilità acquatica, dal monitoraggio ambientale alla vita sulle acque.

Il laboratorio è composto da circa cinquanta persone tra docenti, ricercatori, dottorandi e collaboratori. L’obiettivo del gruppo è esplorare tutte le potenzialità del mare, dalle profondità marine fino allo spazio (monitoraggio via satellite), occupandosi anche di progettazione, sperimentazione e ottimizzazione di tecnologie per l’energia eolica offshore, l’energia da onde e le piattaforme galleggianti multifunzionali.

Il laboratorio è partner del progetto europeo “Clean Energy for EU Islands”, dove aiuta piccole isole a definire e attuare strategie per la transizione energetica. Ha inoltre forti collaborazioni con aziende come ENI e Azimut, e con università e centri di ricerca in Europa e America.

Uno dei focus principali è lo sviluppo di tecnologie per l’estrazione di energia dalle onde del mare. Due dispositivi sviluppati dal gruppo sono EaseWEC e PEWEC: entrambi sfruttano il movimento delle onde per generare energia attraverso meccanismi interni protetti dall’ambiente marino, come giroscopi e pendoli.

Il laboratorio lavora anche su soluzioni ibride che combinano energia da onde e vento, proponendo l’installazione offshore per ridurre l’impatto visivo e sonoro a terra. Il relatore sottolinea l’importanza di un sistema energetico bilanciato, in grado di compensare l’intermittenza delle fonti rinnovabili.

Un altro ambito di ricerca è la mobilità nautica sostenibile: il laboratorio sviluppa propulsioni a idrogeno e batteria, oltre a sistemi ad hydrofoil che fanno “volare” le barche sull’acqua, riducendo i consumi.

Infine, il relatore ha presentato ElectriFly, una delle start-up nate dal laboratorio. Questa impresa vuole ridurre l’impatto ambientale dei motori marini, che ogni anno rilasciano in mare milioni di litri di olio lubrificante. ElectriFly ha sviluppato un sistema magnetico che permette la rotazione dei motori senza contatto meccanico, eliminando l’uso di lubrificanti e abbattendo i costi di manutenzione. Il sistema è stato testato con successo in laboratorio e ora l’obiettivo è portarlo sul mercato, collaborando con cantieri e produttori di propulsori.

Al termine dei lavori, la Presidente ha ringraziato i relatori, complimentandosi con loro per la chiarezza con cui hanno esposto le loro relazioni e per la passione che traspariva dai loro interventi sui temi trattati.

Ha inoltre dato appuntamento al prossimo evento del 27 maggio in cui si parlerà dell’intelligenza artificiale applicata al mondo delle assicurazioni marittime e dei trasporti.

L’incontro si è concluso con un aperitivo offerto dal The International Propeller Club – Port of Genoa, durante il quale i partecipanti hanno potuto apprezzare le opere dell’artista Francesca Sacco, esposte all’interno della location: suggestivi collages ispirati alla città di Genova e al mondo del mare.

                

 

STARTUP: ROTTA VERSO L’INNOVAZIONE DELLA BLUE ECONOMY

Martedì 25 marzo 2025, il Propeller Club – Port of Genoa ha organizzato una riunione conviviale nella magnifica location dell’Hotel Bristol Palace Genova. Grazie al prezioso contributo organizzativo del nostro Consigliere-Segretario, Ing. Ezio Palmisani, abbiamo avuto il piacere di ascoltare interventi di altissimo livello su temi cruciali per il futuro del nostro pianeta.

Il tema dell’incontro è stato:

“STARTUP: ROTTA VERSO L’INNOVAZIONE DELLA BLUE ECONOMY”

L’incontro è iniziato alle ore 19.00 e, dopo l’aperitivo e la cena, la Presidente Giorgia BOI ha salutato e ringraziato i presenti e il relatore, dando il benvenuto a tre nuovi soci: Emanuela Bonci (Howden), Roberto Bruni Prencipe (Fincantieri SI S.p.A.), e Massimo Debenedetti, che è diventato socio del Propeller Club – Port of Genoa insieme alla sua società, Cetena S.p.A., ora socio sostenitore.

La Presidente ha poi ceduto la parola all’Assessore Mario MASCIA, il quale ha portato i saluti del Comune di Genova e ha sottolineato l’importanza della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale per la città. Ha evidenziato un recente accordo per la certificazione digitale delle competenze acquisite con i simulatori, strumenti utili in settori come logistica, trasporti e telemedicina. Ha inoltre ricordato il contributo di Genova alla Blue Economy e alla Carta dei Diritti degli Oceani con il Genoa Process.

Durante l’incontro, è stato rivolto un saluto speciale all’Ammiraglio Piero Pellizzari, che ad aprile concluderà il suo incarico a Genova.
Nel suo intervento, Pelizzari ha espresso gratitudine per l’invito e per l’accoglienza ricevuta durante il suo periodo in città. Ha sottolineato quanto Genova si distingua per la professionalità, la capacità di innovare e lo spirito imprenditoriale, elementi fondamentali per lo sviluppo della Blue Economy.
La Presidente ha espresso un sentito ringraziamento all’Ammiraglio Pelizzari per il suo impegno e la sua dedizione, sottolineando il suo forte legame con la comunità genovese e con il Propeller Club genovese. Gli è stato consegnato un omaggio simbolico, a testimonianza dell’affetto e della stima nei suoi confronti, con l’auspicio di rivederlo presto.

Successivamente l’ing. Ezio PALMISANI, organizzatore e moderatore della serata, ha aperto l’incontro evidenziando il ruolo chiave di start-up, investitori e istituzioni nel favorire l’innovazione. Ha introdotto la serata come un’occasione per approfondire un percorso di crescita imprenditoriale, con particolare attenzione all’acceleratore Faros e all’esperienza di Limenet.
Nel suo intervento, ha presentato i relatori della serata, evidenziando il valore dei loro contributi nei rispettivi ambiti. Ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione tra università, aziende e nuove realtà imprenditoriali, invitando a mantenere un approccio aperto al confronto e alla condivisione delle conoscenze. Solo attraverso il dialogo e la cooperazione, ha ribadito, è possibile affrontare le sfide attuali e trovare soluzioni concrete per il futuro.

Francesca PICASSO, (COO Wylab), ha parlato di WyLab e Faros Accelerator, iniziative che supportano la crescita delle startup, con un focus sulla Blue Economy.
Ha spiegato che WyLab, nato nel 2016 a Chiavari, è un incubatore che inizialmente si concentrava sullo sport-tech, ma oggi è un punto di riferimento per diverse startup. WyLab non è un innovatore diretto, ma un facilitatore che aiuta le startup a crescere, investendo su di esse e promuovendo l’open innovation, ovvero la collaborazione tra startup, università e centri di ricerca per stimolare l’innovazione in vari settori.
Faros Accelerator costituisce invece l’unico acceleratore italiano dedicato alla Blue Economy, promuovendo un’innovazione sostenibile nel settore marittimo. Parte della rete di CDP Venture Capital, Faros supporta le startup con formazione, mentorship e opportunità di networking. Finora ha valutato oltre 2.000 startup e investito 3,2 milioni di euro.
La relatrice ha sottolineato che l’innovazione è essenziale in un mondo economico sempre più VUCA (volatile, incerto, complesso e ambiguo). Le nuove tecnologie si diffondono molto più velocemente, rendendo necessario un continuo adattamento per restare competitivi. Ha concluso parlando dei vantaggi dell’open innovation, come la riduzione dei costi e la condivisione dei rischi, ma anche delle difficoltà, come gli ostacoli culturali e organizzativi.

Il prof. Stefano CASERINI, (Università di Parma, Consulente Scientifico Limenet), ha poi parlato di due temi principali: il riscaldamento globale e la rimozione della CO2 dall’atmosfera.
Ha spiegato che il riscaldamento globale è un fenomeno certo, con un aumento delle temperature più forte sulle terre emerse rispetto agli oceani. Questo aumento è legato all’uso dei combustibili fossili, che rilasciano CO2 e incrementano l’effetto serra. Se non si interviene, le temperature potrebbero aumentare di 4-4,5 gradi, con gravi effetti, specialmente in Italia. Tuttavia, se si prendono misure concrete, si potrebbe limitare l’aumento a 2 gradi, come stabilito nell’Accordo di Parigi.
Il prof. Caserini ha anche sottolineato che la CO2 è molto stabile nell’atmosfera e rimarrà per migliaia di anni. Per questo, non basta solo ridurre le emissioni, ma bisogna anche rimuovere la CO2 già presente.
Le soluzioni proposte includono la riduzione delle emissioni, che è tecnologicamente possibile ma difficile da realizzare, e il rafforzamento degli assorbimenti naturali e tecnologici, come la riforestazione, che però è minacciata da incendi e cambiamenti climatici. La neutralità climatica, obiettivo di molti Paesi, richiede anche tecnologie per rimuovere la CO2, come il sequestro geologico e la trasformazione della CO2 in bicarbonati, ma la ricerca su queste tecnologie è ancora nelle fasi iniziali.
Un problema importante, secondo Caserini, è che la rimozione della CO2 non deve essere usata come scusa per non ridurre le emissioni. È necessario separare chiaramente gli obiettivi di riduzione dalle politiche di rimozione.
In conclusione, ha sottolineato che il cambiamento climatico è una grande sfida socio-economica. La rimozione della CO2 potrebbe essere fondamentale per limitare il riscaldamento globale, ma richiede molta ricerca, sviluppo e politiche chiare.

La professoressa Daniela BASSO, (Università Milano-Bicocca, Scientific Advisor Limenet), ha parlato dellacidificazione degli oceani, un problema legato all’aumento della CO2 nell’atmosfera. Ha sottolineato che il riscaldamento globale causato dall’effetto serra porta a cambiamenti climatici, eventi estremi e l’innalzamento del livello del mare, con costi enormi per la società. Ha messo in evidenza che la questione climatica non riguarda solo la natura, ma anche la sopravvivenza dell’umanità.
Passando all’acidificazione, la professoressa ha spiegato che è causata dall’assorbimento della CO2 da parte degli oceani, che riduce il pH dell’acqua. Anche se l’oceano non diventerà mai “acido”, il calo del pH danneggia gli organismi che costruiscono scheletri di carbonato di calcio, come coralli, molluschi e alghe calcaree. Piccole variazioni di pH, poiché la scala è logaritmica, hanno grandi effetti.
Ha presentato dati che mostrano come la CO2 negli oceani sia aumentata dal 1950, riducendo il pH da 8.2 a 8.1, con un aumento dell’acidità del 26%. Ha sottolineato che, sebbene cambiamenti simili siano avvenuti nella storia del pianeta, oggi avvengono molto più rapidamente, senza dare il tempo agli ecosistemi di adattarsi.
La relatrice ha poi spiegato che alcune specie di alghe potrebbero trarre vantaggio dall’aumento della CO2, ma molte altre specie, come le alghe calcaree e i coralli, subiranno danni. Ha mostrato studi di laboratorio che rivelano deformazioni nelle strutture calcificate di organismi marini cruciali per la catena alimentare oceanica, come i coccolitoforidi e i molluschi pteropodi.
Infine, ha discusso le conseguenze ecologiche e sociali, affermando che l’acidificazione minaccia gli habitat marini, soprattutto quelli costruiti da organismi calcificatori. Ha citato esempi di aree naturalmente acidificate, come alcune zone di Ischia e Papua Nuova Guinea, che mostrano cosa potrebbe accadere su scala globale. Ha concluso ribadendo l’importanza di affrontare seriamente questo problema, poiché il cambiamento climatico e l’acidificazione oceanica riguardano non solo il pianeta, ma anche il futuro dell’umanità.

Stefano CAPPELLO, (CEO e Fondatore Limenet) ha spiegato che la sua start-up ha partecipato alla seconda edizione di Faros.
Successivamente, ha illustrato il problema del cambiamento climatico e dell’acidificazione degli oceani causata dalla CO₂ in atmosfera, sottolineando l’importanza di ridurre le emissioni e sviluppare tecnologie per la loro rimozione. Ha evidenziato il divario tra la quantità di CO₂ attualmente rimossa e gli obiettivi fissati dagli accordi internazionali, sottolineando l’opportunità di creare un nuovo mercato per le emissioni negative.
Si è soffermato sulle soluzioni esistenti, dalla forestazione alle tecnologie industriali come il direct air capture e lo stoccaggio geologico della CO₂. In particolare, ha presentato l’alcalinizzazione del mare come approccio promettente, che consente di sequestrare la CO₂ sotto forma di bicarbonato di calcio, mitigando al contempo l’acidificazione marina.
Ha poi spiegato la tecnologia sviluppata da LimeNet, basata sull’accelerazione di processi naturali tramite l’uso della calce, per assorbire la CO₂ in modo stabile. Ha raccontato come l’idea sia nata nel 2018 grazie al Prof. Caserini e ad altri scienziati, e di come lui sia entrato nel progetto nel 2020.
Un aspetto su cui si è soffermato è stato il periodo iniziale della sperimentazione, condotta in modo artigianale nei garages delle sue nonne, dove ha realizzato i primi prototipi con risorse limitate. Ha descritto le difficoltà incontrate, tra spazi ristretti e problemi pratici, fino al passaggio alla fase di test su scala più ampia e alla fondazione di LimeNet nel 2023.
Infine, ha sottolineato la crescita del team, l’attrazione di investitori e il deposito di brevetti, evidenziando il potenziale della loro tecnologia per contribuire concretamente alla lotta contro il cambiamento climatico.

Al termine delle relazioni, la Presidente Giorgia Boi ha ringraziato i relatori, tutti i partecipanti ed, in particolare, l’organizzatore ing. Ezio Palmisani, a cui è stato consegnato un presente, come a tutti i relatori, come segno di riconoscimento per il suo contributo, che ha fortemente contribuito al successo della serata.

       

 

AGENDA GENOVA 2030: TRAFFICI, PORTO, LAVORO

Martedì 25 febbraio 2025, il Propeller Club – Port of Genoa ha organizzato una riunione conviviale presso l’Hotel Bristol Palace, che ha visto come relatore ed ospite d’onore il Presidente di Assarmatori Stefano MESSINA (Vice Presidente Eseutivo Ignazio Messina & C. S.p.A.) sul tema:

       “AGENDA GENOVA 2030: TRAFFICI, PORTO, LAVORO”

L’incontro è iniziato alle ore 19.00 e, dopo l’aperitivo e la cena, la Presidente Giorgia BOI ha salutato e ringraziato i presenti e il relatore, dando il benvenuto a due nuovi soci: Guido Barbazza, nella sua attuale veste di fondatore-presidente di Ixmachina e Roberto Vassallo, insieme alla sua società, Vassallo Sistemi S.r.l., ora diventata socio sostenitore. A entrambi è stato consegnato l’attestato di appartenenza al Club genovese.

La Presidente ha poi passato la parola al Presidente della Regione Liguria, Marco BUCCI, che, oltre a   rivolgere i saluti istituzionali, ha sottolineato il ruolo fondamentale della famiglia Messina per Genova. Attiva da cinque generazioni nel settore armatoriale, la famiglia è determinante per l’economia e l’occupazione locale. Ha inoltre evidenziato come le aziende familiari di lunga tradizione abbiano un impatto significativo sul territorio e come Genova stia crescendo anche grazie a realtà come questa. Infine, ha ricordato l’importanza di valori solidi e di una visione a lungo termine per lo sviluppo della città.

La Presidente ha poi lasciato la parola al relatore della serata, Stefano MESSINA il quale, ha innanzitutto parlato dell’importanza delle imprese nell’economia italiana, sottolineando come queste siano la vera ossatura del Paese, grazie al contributo di proprietà, management e lavoratori. Ha evidenziato il ruolo centrale del capitalismo familiare, raccontando la storia della propria azienda, che è giunta alla quinta generazione. Secondo lui, valori come rigore, regole e merito sono fondamentali per la crescita e la competitività dell’impresa.
Messina ha poi spiegato le sfide del settore dello shipping, caratterizzato da una forte volatilità e da un’elevata intensità di capitale, con cicli di redditività variabili. Ha citato l’importanza della capacità di adattamento e della passione nel lavoro. Ha anche ricordato le radici storiche della società, fondata nel 1921 dal nonno Ignazio, trasferitosi a Genova dalla Sicilia.
Ha menzionato la partnership con il gruppo MSC, avviata sei anni fa, che ha permesso un rilancio dell’azienda e una forte crescita. Nel 2024, il gruppo ha realizzato la sua prima acquisizione, comprando il Terminal San Giorgio di Genova, portando così il numero di dipendenti a 1.300 e consolidando la sua presenza nel territorio.

Il relatore ha poi parlato del progetto “Genova 2030”, sottolineando come l’Associazione Assarmatori abbia contribuito a rafforzare la rappresentanza del settore marittimo, stimolando una sana competizione con Confitarma. Questo ha portato nuova centralità al trasporto marittimo e portuale in Italia, soprattutto nel settore passeggeri e container.
Il relatore ha anche evidenziato l’importanza della rappresentanza nelle istituzioni, dato che il settore è fortemente regolamentato. Assarmatori in effetti ha creato un dialogo efficace con governo, legislatori e pubblica amministrazione e lavora anche con Conftrasporto e Federagenti per garantire una rappresentanza più ampia degli interessi del settore.

Riguardo a Genova, il relatore ha affermato di essere ottimista sul futuro della città, pur riconoscendo le difficoltà del momento. Ha spiegato che gli ingenti investimenti pubblici, stanno generando ulteriori investimenti privati, con benefici a lungo termine. Tuttavia, ha evidenziato le criticità della logistica terrestre, come i disservizi autostradali e ferroviari.
Secondo il relatore, nei prossimi anni i porti mondiali potrebbero affrontare problemi di congestione, mentre Genova, grazie ai lavori sulla diga e alle infrastrutture portuali, potrebbe gestire meglio il traffico marittimo. Ha infine sottolineato l’importanza di potenziare il trasporto ferroviario, che attualmente rappresenta solo l’11% della quota di traffico e deve crescere con l’ammodernamento delle infrastrutture.

Il relatore ha successivamente analizzato la situazione del traffico marittimo a Genova, evidenziando una stabilità nei risultati, nonostante il rallentamento dovuto alla crisi nel Mar Rosso e all’allungamento delle rotte. Ha sottolineato che, terminati gli investimenti pubblici, la competitività del porto dipenderà dagli armatori, dagli investitori privati e dai terminalisti. Per mantenere alte le performances, sarà necessario potenziare la capacità commerciale, anche grazie alle opportunità offerte dal Piano Mattei, che punta a rafforzare i rapporti con il Nord Africa.
Messina ha illustrato i cambiamenti demografici nell’area mediterranea, con una crescita significativa della popolazione nei Paesi del Nord Africa. Questo sviluppo demografico ed economico favorirà l’aumento del trasporto marittimo, specialmente per le Autostrade del Mare e il settore RORO. L’Italia, con la sua leadership mondiale nei traghetti, vede in questo scenario un’opportunità di crescita e consolidamento della propria posizione.

Riguardo alla transizione energetica, Stefano Messina ha evidenziato le difficoltà create dalle nuove normative europee, in particolare il “Green Deal” che ha imposto regole rigide e costi elevati per gli armatori. Ha spiegato come l’industria marittima italiana stia affrontando la sfida, investendo in tecnologie sostenibili e lavorando a Bruxelles per rappresentare al meglio i propri interessi; tuttavia, va ribadita l’urgenza di accelerare la realizzazione delle infrastrutture, come il cold ironing nei porti, affinché le navi possano ridurre le emissioni collegandosi alla rete elettrica.

Sul fronte del lavoro, Genova resta un punto di riferimento per la professionalità nel settore marittimo. L’Accademia Italiana della Marina Mercantile gioca un ruolo chiave nella formazione di nuove figure, non solo per il lavoro a bordo, ma anche per agenti, spedizionieri e operatori portuali. L’evoluzione del settore richiede competenze sempre più specializzate e una maggiore capacità di innovazione.

Infine, Stefano Messina ha sottolineato l’importanza della crescita dei volumi di traffico per garantire un ritorno sugli investimenti pubblici nelle infrastrutture portuali e ferroviarie. Ha invitato gli imprenditori a non temere la crescita e a valorizzare alleanze e acquisizioni per aumentare la competitività. L’espansione del porto di Genova, unita all’evoluzione dei flussi commerciali con il Nord Africa, rappresenta una grande opportunità per il futuro del trasporto marittimo italiano.

Successivamente si è tenuto un interessante dibattito, reso tale dalle domande ed osservazioni di numerosi presenti tra cui:

Fabio CAPOCACCIA, esprimendo parole elogiative per Stefano Messina, ha sottolineato che, entro il 2030, Genova potrebbe diventare il principale porto d’accesso all’Europa dal sud, riducendo tempi e costi del traffico marittimo. Grazie alle opere infrastrutturali, Genova potrà rafforzare i collegamenti con l’Estremo Oriente e l’Africa. Ha inoltre evidenziato la presenza di un leader mondiale del trasporto marittimo e fissato l’obiettivo di 10 milioni di TEU dopo il 2030. Tuttavia, ha ribadito che questa crescita sarà possibile solo con il completamento delle infrastrutture previste.

L’Ammiraglio Piero PELLIZZARI ha voluto ampliare la discussione oltre Genova, pur riconoscendone il ruolo centrale nella marittimità internazionale. Ha sottolineato l’importanza di considerare l’intero sistema portuale italiano, da Vado a Civitavecchia, e ha chiesto al Presidente di Assarmatori come l’associazione si stia muovendo in relazione alla visione del Ministero competente. Ha evidenziato la necessità di investire nelle infrastrutture e nella logistica di tutto il Paese, non solo su Genova, per migliorare la competitività a livello nazionale e internazionale.

Stefano MESSINA ha risposto sottolineando la necessità di trovare un equilibrio tra diverse esigenze nel settore portuale, come l’adozione del cold ironing per traghetti e crociere e la gestione dei nuovi combustibili. Ha evidenziato come i porti italiani, a differenza di quelli del Nord Europa, siano integrati nelle città, richiedendo una pianificazione e investimenti specifici. Ha anche ribadito l’importanza del ruolo dello Stato nella distribuzione delle risorse, come nel caso dei fondi del PNRR, e il contributo di Assarmatori nelle sedi istituzionali. La priorità, secondo il relatore , è l’allocazione degli investimenti pubblici per ottenere un ritorno economico, piuttosto che la mera internazionalizzazione dei porti. Ha concluso affermando che la riforma in corso fornirà gli strumenti necessari per far crescere il settore.

L’Assessore Francesco MARESCA ha portato i saluti del Sindaco f.f. Piciocchi. Ha poi posto una domanda tecnica riguardo all’elettrificazione delle banchine portuali, un progetto importante per Genova grazie ai fondi arrivati dal governo ed ha chiesto se il regime di aiuti dell’Unione Europea, previsto per giugno 2024, è sufficiente per sostenere gli investimenti nel cold ironing, che permette di alimentare le navi tramite elettricità, oppure se ci si aspettavano misure maggiori. Ha fatto notare che, pur con l’investimento del Ministero delle Infrastrutture, non sarà abbastanza per una completa elettrificazione e ha chiesto un parere sulla valutazione di questi aiuti, che ammontano a circa 564 milioni di euro.
Il relatore ha spiegato che il tema del cold ironing è complesso, principalmente a causa dell’assenza di omogeneità e accessibilità tra i vari terminal. Se un terminal è attrezzato con questa tecnologia e un altro no, le compagnie navali potrebbero preferire il terminal più produttivo, anche senza il cold ironing. Il problema, secondo Messina, è la mancanza di una visione centralizzata. Sebbene il cold ironing non sia necessario in tutti i porti, è fondamentale nei terminal orientati al traffico merci. Lo stesso vale per i depositi di carburanti alternativi: a Genova, ad esempio, sarebbe inutile avere un deposito di metanolo, dato che le navi potrebbero rifornirsi in altri porti hub. Per questo, Messina ha sottolineato la necessità di un approccio centralizzato per coordinare questi progetti a livello nazionale.

Il Presidente di Federagenti, Paolo PESSINA, ha sottolineato l’importanza di ridurre i conflitti tra le associazioni e di lavorare insieme per cogliere opportunità e affrontare difficoltà comuni. Ha evidenziato come, collaborando, le associazioni siano riuscite a superare difficoltà a livello nazionale e locale. Paolo Pessina ha insistito sulla necessità di presentarsi unite a Roma per trovare soluzioni concrete e ha sottolineato che, unendo le forze, le associazioni possono ottenere risultati positivi.

 Gian Enzo DUCI ha parlato dell’importanza del modello di formazione che Stefano Messina e la sua azienda stanno seguendo in favore di numerosi ragazzi che stanno entrando nel team, sottolineando che è unico nel settore dello shipping italiano e ricordando modelli simili nel nord Europa. Ha chiesto al relatore di spiegare come affrontano la formazione e le nuove regole per i giovani, differenti da quelle delle generazioni precedenti.
Il relatore ha spiegato che, pur non avendo la soluzione perfetta, lui e la sua azienda hanno imparato molto dalla loro esperienza e dai senior. Ritengono fondamentale avere regole chiare, anche se rigide, e hanno evidenziato la difficoltà di prendere decisioni in un gruppo con caratteri diversi.
Dal 2015, hanno sviluppato un piano di formazione per i giovani, che si concentra sullo sviluppo delle loro competenze all’interno dell’azienda. Hanno inoltre stabilito una regola secondo cui i giovani della famiglia non entreranno subito nell’azienda, ma prima dovranno fare esperienze esterne per sviluppare merito e passione. Il loro approccio è lento e paziente, con l’obiettivo di ridurre al minimo gli errori.

 Nicola CAPUZZO ha posto due domande: la prima riguardante una riflessione di Stefano Messina sulla generazione attuale, che sarebbe meno “sanguigna” e più pragmatica rispetto al passato. Il giornalista ha chiesto come le future generazioni potrebbero affrontare la concorrenza in modo meno passionale. La seconda domanda riguardava le infrastrutture di Genova e la competitività dei porti italiani, chiedendo come affrontare i problemi riscontrati da compagnie come Cosco nonostante i miglioramenti infrastrutturali previsti per il 2030.
Messina ha risposto spiegando che la generazione attuale è meno passionale e più razionale, con un focus sui risultati economici anziché sulla passione personale. Riguardo alle infrastrutture, ha sottolineato che i porti italiani sono efficienti, e i problemi che le navi incontrano non dipendono da queste, ma da altri fattori come la congestione globale, che potrebbe peggiorare a fine anno.
Il Governatore BUCCI ha aggiunto che le infrastrutture sono cruciali per il futuro della città e della Blue Economy, e che devono essere realizzate rapidamente. Ha sottolineato che le navi che entrano a Genova generalmente non affrontano problemi legati all’efficienza portuale.
Infine, l’Ammiraglio PELLIZZARI ha osservato che eventuali problemi con Cosco o altre compagnie devono essere affrontati direttamente con la Capitaneria, non tramite i media, poiché la Capitaneria è sempre pronta a risolvere le problematiche.

Infine, Giampaolo MARINO ha condiviso una testimonianza personale, raccontando della sua collaborazione con la vecchia generazione dei Messina, i padri degli attuali dirigenti. Ha sottolineato che le scelte fatte all’epoca erano giuste per lo sviluppo della compagnia e che i sacrifici di quel periodo avevano come obiettivo la crescita dell’azienda. Sebbene oggi ci siano approcci diversi da parte dei giovani, Marino ha riconosciuto che anche queste scelte sono giuste. Ha infine espresso la sua gratitudine per il lavoro svolto sia dalla generazione passata che da quella attuale, considerando l’importanza di entrambi.

 La Presidente ha concluso la serata esprimendo il suo ringraziamento al relatore, ai partecipanti al dibattito ed a tutti i presenti. Ha sottolineato quanto abbia apprezzato la passione mostrata da tutti per lo shipping, il mare e la Blue Economy, evidenziando come questa passione sia stata assolutamente evidente durante tutto l’incontro. Ha inoltre ringraziato particolarmente il Presidente Messina, a cui ha consegnato una cravatta come segno di grande apprezzamento da parte del Propeller Club di Genova. Stefano Messina, infine, ha donato una bellissima al Propeller Club – Port of Genoa (il quale, secondo le parole espresse nella dedica,….”non perde mai la bussola”).

 

            

 

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEI TRASPORTI MARITTIMI E TERRESTRI E NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA DEL SETTORE “

Venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio 2025, si è tenuta a Rapallo (GE), presso l’Hotel Excelsior Palace, la 3^ edizione del Forum

                                                                  “Shipping, Transport & Logistic Forum”

organizzato dal The International Propeller Club – Port of Genoa in stretta collaborazione con l’emittente televisiva Telenord che, con i suoi mezzi, ha anche reso possibile non solo la ripresa diretta televisiva di tutto l’evento ma anche la sua divulgazione in streaming-live.
Nell’ambito di questa manifestazione, si è tenuto il Convegno intitolato:

                                                                                 “MUOVERSI NEL FUTURO

         L’intelligenza artificiale nei trasporti marittimi e terrestri e nella transizione energetica del settore

Il Convegno si è sviluppato in tre Sessioni e una Tavola Rotonda. Le sessioni sono state dedicate all’approfondimento di tematiche chiave per il settore dello shipping, dei trasporti e della logistica, tra cui innovazioni tecnologiche, decarbonizzazione, sicurezza e sostenibilità. È stata posta particolare attenzione alle sfide della transizione tecnologica ed energetica, con un focus, veramente analitico e speciale, sull’impatto sempre più rilevante dell’Intelligenza Artificiale nel processo di trasformazione del settore marittimo e dei trasporti.
Tali sessioni sono state suddivise in quattordici Panels, a cui hanno partecipato oltre cinquanta relatori di alto livello, rappresentanti di enti, associazioni e aziende leader nel settore.
La Tavola Rotonda finale è stata dedicata alla discussione su competitività, opportunità, criticità e gestione del fattore umano, mettendo in evidenza il ruolo fondamentale della figura umana e dei valori umani anche nel futuro del settore.
Numerosi sono stati i relatori soci del Propeller Club – Port of Genoa, così come numerosa è stata la presenza in platea di soci appartenenti al Propeller Club.

In particolare, nella prima Sessione, è stato affrontato il tema del futuro dello shipping e dell’impatto che l’Intelligenza Artificiale può avere sul settore marittimo. L’innovazione tecnologica sta ridefinendo la navigazione e la gestione portuale, con terminals sempre più automatizzati e connessi. Un altro aspetto centrale è la transizione ecologica, con particolare attenzione alla decarbonizzazione e alle nuove forme di propulsione per le navi del futuro, accompagnate da certificazioni ambientali adeguate. La sicurezza ha assunto un ruolo chiave, sia in termini di navigazione che di comunicazioni, con un focus su cyber security, piattaforme tecnologiche avanzate e reti satellitari. Si è discusso inoltre dell’evoluzione del trasporto marittimo delle merci, analizzando nuove strategie, specializzazioni e sinergie tra operatori. Infine, sono stati approfonditi gli aspetti normativi, legali, assicurativi e finanziari, evidenziando le criticità e le sfide che il settore dovrà affrontare nei prossimi anni.

Nella seconda Sessione si è discusso del confronto tra le diverse modalità di trasporto e dell’evoluzione della logistica integrata, con un focus sulle innovazioni tecnologiche e sui servizi per il trasporto di merci e persone. Un tema centrale è stato il cambiamento nei modelli di business del trasporto terrestre delle merci, dove la transizione energetica e l’Intelligenza Artificiale stanno trasformando le strategie degli operatori. Parallelamente, il settore ferroviario si sta preparando a una nuova fase di sviluppo, grazie all’adozione di tecnologie avanzate e a una maggiore collaborazione con gli altri attori del trasporto. Si è parlato anche della logistica di nuova generazione, analizzandone vantaggi e criticità, con particolare attenzione all’uso dell’Intelligenza Artificiale per un sistema di trasporto marittimo, aereo e terrestre più efficiente, inclusivo e sostenibile. Infine, il dibattito ha toccato il settore del trasporto pubblico locale (TPL), esplorando l’impatto delle nuove tecnologie e delle strategie adottate dalle aziende per la transizione energetica. In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale e la digitalizzazione giocano un ruolo chiave nel miglioramento dei servizi, con l’obiettivo di garantire maggiore efficienza e soddisfazione per gli utenti. Le imprese tecnologiche e gli operatori del settore hanno condiviso le loro esperienze, evidenziando le sfide e le opportunità future.

Nella terza Sessione si è parlato dell’evoluzione e della crescita della portualità e dell’intermodalità, con particolare attenzione al ruolo degli interporti. È stata affrontata la necessità di incrementare la competitività del settore portuale, analizzando il contributo che l’Intelligenza Artificiale e le più recenti tecnologie digitali possono offrire. Si è discusso anche dell’importanza delle sinergie tra i porti e l’intero sistema dei trasporti, evidenziando le connessioni tra le diverse modalità di movimentazione delle merci. Un altro tema trattato è stato lo sviluppo tecnologico degli interporti, con un focus su digitalizzazione, transizione energetica e Intelligenza Artificiale, mettendo in luce anche eventuali limiti e criticità.

Nella Tavola Rotonda di chiusura si è parlato della transizione verso un’Intelligenza Artificiale etica, del ruolo della “nuova manodopera” e della gestione del fattore umano. Sono stati affrontati i temi della competitività, delle nuove opportunità e delle criticità legate all’innovazione e si è anche discusso dell’importanza di una comunicazione corretta ed efficace nell’integrazione delle nuove tecnologie; ciò tendo sempre conto della necessità di tutelare il fattore umano ed i valori umani anche in un’epoca, come quella attuale, che vede sempre più forte ed invasivo il supporto dell’Intelligenza Artificiale.

Tra i vari momenti del Convegno si è anche avuto un incisivo collegamento on-line  con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini e si sono sviluppati gli interventi in presenza del Viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Edoardo Rixi, del Presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, del Direttore Marittimo per la Liguria e Comandante del Porto di Genova, Amm. Piero Pellizzari, del Comandante della Squadra Navale della Marina Militare Italiana Amm. Aurelio De Carolis, e infine del Cardinale Arcivescovo emerito di Genova, Angelo Bagnasco che ha concluso la Tavola Rotonda offrendo profonde riflessioni sul rapporto tra progresso tecnologico e coscienza morale e sull’importanza di privilegiare sempre la dignità umana.

Il Convegno si è svolto in un formato simile a quello di un talk show televisivo, favorendo un confronto dinamico tra i relatori, che hanno potuto interagire tra loro in modo costruttivo, rispondere alle domande dei chairman e dibattere in maniera chiara e diretta. L’evento ha riscosso un notevole interesse tra il pubblico presente, veramente numeroso, ed ha registrato un grande successo.