Martedì 16 aprile 2024, il Propeller Club – Port of Genoa ha organizzato una riunione conviviale presso l’Hotel Bristol Palace, che ha visto come relatore TIMOTHY COSULICH (CEO Fratelli Cosulich e IBIA Board Member) sul tema, molto attuale ed interessante:
“DESTINAZIONE SOSTENIBILITA’:
IL FUTURO DELLO SHIPPING NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA?”
L’incontro è iniziato alle ore 19.00 e, dopo l’aperitivo e la cena, la Presidente Giorgia BOI ha salutato e ringraziato i presenti e i relatori, dando il benvenuto a sei nuovi Soci: Dott.ssa Claudia Barello di BMC SEA S.r.l., Dott. Michele Bogliolo di Carbofin S.p.A., Dott.ssa Ilaria Cortellini di Consorzio Global, Avv. Riccardo Delucchi dello Studio Legale Wegal, Dott. Ettore Mafferi di BMC SEA S.r.l. e Dott. Alessandro Ventura di OOCL (Italy) S.r.l. a cui è stato consegnato l’attestato di appartenenza al Club.
La Presidente ha poi lasciato la parola al Sindaco Marco BUCCI il quale dopo aver portato i saluti istituzionali del Comune di Genova, ha sottolineato l’importanza di passare a un mondo decarbonizzato per garantire un futuro sostenibile per la nostra società e per le generazioni future.
Il Sindaco si augura che Genova possa essere un esempio di leadership nel processo di transizione verso un’economia più sostenibile.
Successivamente la Presidente ha lasciato la parola al relatore della serata, Timothy COSULICH, il quale ha parlato degli imminenti cambiamenti nell’industria dello shipping nei prossimi anni. Ha discusso della complessità della supply chain e dell’intera industria del fuel, evidenziando i quattro principali carburanti che saranno utilizzati nei prossimi decenni: metanolo, ammoniaca, LNG e biocarburanti.
Ha sottolineato che nessuno di questi carburanti è perfetto e che probabilmente il futuro sarà caratterizzato da un mix di essi.
Il metanolo sembra essere il più popolare al momento, con importanti attori come Maersk che stanno investendo su di esso. Tuttavia, c’è una carenza di metanolo verde che è fondamentale per l’ambiente.
I biocarburanti sono una soluzione a breve termine, mentre l’LNG è attualmente disponibile su larga scala ma rimane una soluzione a base fossile. L’ammoniaca è probabilmente il fuel più complesso e richiede ulteriori sviluppi. È importante la collaborazione tra i vari players dell’industria per guidare questa transizione energetica.
Timothy Cosulich ha concluso dicendo che il suo gruppo ha investito nell’LNG e ha progetti in corso per la costruzione di bettoline capaci di trasportare i vari tipi di fuel.
Dopo l’interessante relazione, sono state poste al relatore diverse domande.
Giorgia Boi si è interessata a sapere se il porto di Genova potrà diventare un hub marittimo internazionale anche grazie alla transizione energetica. Il relatore si augura che possa essere possibile per il porto di Genova specializzarsi su determinati tipi di carburante in futuro, considerando lo spazio limitato e la disponibilità di infrastrutture. Potrebbe accadere che i piccoli porti si specializzino su uno o due prodotti e che le rotte degli armatori dipendano dalla disponibilità di carburante nei porti scelti. La complessità della catena logistica potrebbe influenzare tali decisioni.
Gian Enzo Duci ha domandato se ha senso investire in tecnologie non ancora efficienti ed economiche nel settore dello shipping, considerando che le attuali tecnologie non sono ancora all’altezza. Il relatore ha spiegato che ci sono diverse prospettive da considerare, come ad esempio l’utilizzo dell’LNG come combustibile fossile parzialmente sostenibile, ma non definitivo. Inoltre, le imposizioni globali dell’IMO obbligano l’industria a ridurre le emissioni, ma l’applicazione e l’enforcement di queste regole possono essere problematici, specialmente per armatori più piccoli che potrebbero non avere incentivi a investire nella decarbonizzazione. Questo crea una situazione complicata, dove l’IMO è un’istituzione forte ma limitata nel far rispettare le regole, lasciando spesso il compito alle autorità portuali che potrebbero avere conflitti di interesse.
Enrico Molisani ha chiesto qual è l’ascolto da parte dell’IBIA verso i fornitori e qual è la risposta di chi produce e fornisce il prodotto.
Il relatore ha risposto dicendo che a volte ci può essere un circolo vizioso tra offerta e domanda che impedisce lo sviluppo di nuovi prodotti. Le grandi compagnie petrolifere non considerano tradizionalmente il settore dei carburanti marini come strategico, ma stanno iniziando a prestare più attenzione ai carburanti a zero emissioni. I fornitori, soprattutto attraverso associazioni come l’IBIA, sono interessati a collaborare con gli armatori per garantire la disponibilità di prodotti a lungo termine, in contrasto con gli accordi spot del passato. La collaborazione tra acquirenti e venditori è quindi fondamentale per l’industria.
Armando Capurro ha chiesto se è stato fatto uno studio sull’impronta carbonica delle diverse tipologie di carburante menzionate, per capire meglio il loro impatto ambientale. Il relatore ha spiegato che all’IMO si sta lavorando su un approccio chiamato Wild Way Approach, che considera l’impronta carbonica dell’intera catena di produzione e utilizzo del carburante. Ad esempio, i biocarburanti emettono meno CO2 rispetto ai carburanti convenzionali perché non ci sono emissioni durante la produzione. Tuttavia, calcolare con precisione l’impronta carbonica di un carburante rispetto ad un altro è un compito complesso e soggetto a variabili come il certificato di origine dei prodotti. In generale, l’industria si sta muovendo verso una maggiore considerazione dell’impatto ambientale dei carburanti, ma determinare con precisione l’impronta carbonica rimane una sfida.
Giorgia Boi ha poi chiesto di approfondire i punti di debolezza nel sistema Italia per raggiungere soluzioni soddisfacenti ed i punti di ritardo eventuali. Il relatore ha spiegato che c’è un trade-off tra investire in soluzioni disponibili ora o investire in ricerca per soluzioni future. Le complessità burocratiche sono un problema sia in Italia che in altri paesi. È difficile ottenere l’appoggio delle istituzioni per semplificare i processi di approvazione. Anche l’importazione di attrezzature necessarie è problematica. Un approccio sistemico e l’incentivazione degli investimenti, sia italiani che stranieri, possono aiutare a migliorare le infrastrutture in Italia.
Infine, riguardo al nucleare, il relatore vede il nucleare come una possibilità a lungo termine per risolvere il problema della decarbonizzazione. Tuttavia, esprime preoccupazione riguardo alla accettazione pubblica di questa soluzione a causa delle complessità tecniche e dell’opinione pubblica.
Il Sindaco ha voluto sapere se sono state prese decisioni riguardanti i cambiamenti previsti per il settore marittimo, sottolineando l’importanza di anticipare le scelte per ottenere benefici. Il relatore ha spiegato che la loro azienda supporta armatori e fornitori indipendentemente dal tipo di carburante scelto, menzionando che solamente Maersk ha optato per il metanolo mentre altri, come MSC, mantengono aperte diverse opzioni. Il relatore ha sottolineato che, scegliendo una sola direzione, si corre un rischio maggiore, soprattutto considerando che il carburante rappresenta il 40% dei costi di un armatore.
Enrico Molisani ha poi chiesto se vi siano problematiche legate alla sicurezza nell’uso dei nuovi tipi di carburante all’interno delle aziende e quali sono le criticità legate all’addestramento dell’equipaggio. Il relatore ha evidenziato che un adeguato addestramento dell’equipaggio è essenziale per gestire carburanti quali ammoniaca e metanolo, che presentano rischi specifici. Attualmente, solo l’ammoniaca è ritenuta particolarmente pericolosa e non ancora pronta per un impiego su larga scala. Pertanto, è necessario un training adeguato per garantire la sicurezza nell’utilizzo di tali carburanti.
Augusto Cosulich, prendendo la parola, ha accennato al desiderio del gruppo di ampliare la propria attività diventando anche trader dei carburanti marini del futuro, sostituendo i noleggiatori delle navi per gestire e vendere loro l’LNG e altri nuovi carburanti agli armatori.
Maurizio Astuni si è interessato a capire se il sistema finanziario abbia un ruolo nell’accelerare i processi di decarbonizzazione. Il relatore ha spiegato che c’è un crescente interesse per progetti green, tuttavia esiste anche una maggiore percezione di rischio rispetto agli investimenti tradizionali. La velocità della transizione dipende dalla capacità e dalla volontà di accedere al capitale e di assumere rischi.
Marco Novella ha sottolineato come le normative ambientali europee possano rischiare di danneggiare l’industria europea, portando i traffici marittimi ad evitare i porti europei.
Ha parlato inoltre dei rischi legati alla transizione verso veicoli elettrici, sottolineando che potrebbe danneggiare settori come l’acciaio e ridurre l’esperienza dell’industria europea rispetto alla Cina.
Infine, ha sollevato il problema dell’impronta carbonica, evidenziando come in India e in Cina si continuino a utilizzare centrali a carbone senza che nessuno sembri preoccuparsi.
Sono state poste interessanti domande anche da parte di: Filippo Aragone, Alessandro Manfredi, Antonio Marte, Nicola Capuzzo e Carlo Silva.
Al termine della serata, veramente coinvolgente, la Presidente Giorgia Boi ha espresso un sentito ringraziamento a tutti i numerosi partecipanti ed, in particolare, al relatore, a cui ha consegnato un presente come segno di stima e di apprezzamento da parte di tutto il Propeller Club di Genova e ha dato appuntamento ai prossimi incontri.