Martedì 25 marzo 2025, il Propeller Club – Port of Genoa ha organizzato una riunione conviviale nella magnifica location dell’Hotel Bristol Palace Genova. Grazie al prezioso contributo organizzativo del nostro Consigliere-Segretario, Ing. Ezio Palmisani, abbiamo avuto il piacere di ascoltare interventi di altissimo livello su temi cruciali per il futuro del nostro pianeta.
Il tema dell’incontro è stato:
“STARTUP: ROTTA VERSO L’INNOVAZIONE DELLA BLUE ECONOMY”
L’incontro è iniziato alle ore 19.00 e, dopo l’aperitivo e la cena, la Presidente Giorgia BOI ha salutato e ringraziato i presenti e il relatore, dando il benvenuto a tre nuovi soci: Emanuela Bonci (Howden), Roberto Bruni Prencipe (Fincantieri SI S.p.A.), e Massimo Debenedetti, che è diventato socio del Propeller Club – Port of Genoa insieme alla sua società, Cetena S.p.A., ora socio sostenitore.
La Presidente ha poi ceduto la parola all’Assessore Mario MASCIA, il quale ha portato i saluti del Comune di Genova e ha sottolineato l’importanza della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale per la città. Ha evidenziato un recente accordo per la certificazione digitale delle competenze acquisite con i simulatori, strumenti utili in settori come logistica, trasporti e telemedicina. Ha inoltre ricordato il contributo di Genova alla Blue Economy e alla Carta dei Diritti degli Oceani con il Genoa Process.
Durante l’incontro, è stato rivolto un saluto speciale all’Ammiraglio Piero Pellizzari, che ad aprile concluderà il suo incarico a Genova.
Nel suo intervento, Pelizzari ha espresso gratitudine per l’invito e per l’accoglienza ricevuta durante il suo periodo in città. Ha sottolineato quanto Genova si distingua per la professionalità, la capacità di innovare e lo spirito imprenditoriale, elementi fondamentali per lo sviluppo della Blue Economy.
La Presidente ha espresso un sentito ringraziamento all’Ammiraglio Pelizzari per il suo impegno e la sua dedizione, sottolineando il suo forte legame con la comunità genovese e con il Propeller Club genovese. Gli è stato consegnato un omaggio simbolico, a testimonianza dell’affetto e della stima nei suoi confronti, con l’auspicio di rivederlo presto.
Successivamente l’ing. Ezio PALMISANI, organizzatore e moderatore della serata, ha aperto l’incontro evidenziando il ruolo chiave di start-up, investitori e istituzioni nel favorire l’innovazione. Ha introdotto la serata come un’occasione per approfondire un percorso di crescita imprenditoriale, con particolare attenzione all’acceleratore Faros e all’esperienza di Limenet.
Nel suo intervento, ha presentato i relatori della serata, evidenziando il valore dei loro contributi nei rispettivi ambiti. Ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione tra università, aziende e nuove realtà imprenditoriali, invitando a mantenere un approccio aperto al confronto e alla condivisione delle conoscenze. Solo attraverso il dialogo e la cooperazione, ha ribadito, è possibile affrontare le sfide attuali e trovare soluzioni concrete per il futuro.
Francesca PICASSO, (COO Wylab), ha parlato di WyLab e Faros Accelerator, iniziative che supportano la crescita delle startup, con un focus sulla Blue Economy.
Ha spiegato che WyLab, nato nel 2016 a Chiavari, è un incubatore che inizialmente si concentrava sullo sport-tech, ma oggi è un punto di riferimento per diverse startup. WyLab non è un innovatore diretto, ma un facilitatore che aiuta le startup a crescere, investendo su di esse e promuovendo l’open innovation, ovvero la collaborazione tra startup, università e centri di ricerca per stimolare l’innovazione in vari settori.
Faros Accelerator costituisce invece l’unico acceleratore italiano dedicato alla Blue Economy, promuovendo un’innovazione sostenibile nel settore marittimo. Parte della rete di CDP Venture Capital, Faros supporta le startup con formazione, mentorship e opportunità di networking. Finora ha valutato oltre 2.000 startup e investito 3,2 milioni di euro.
La relatrice ha sottolineato che l’innovazione è essenziale in un mondo economico sempre più VUCA (volatile, incerto, complesso e ambiguo). Le nuove tecnologie si diffondono molto più velocemente, rendendo necessario un continuo adattamento per restare competitivi. Ha concluso parlando dei vantaggi dell’open innovation, come la riduzione dei costi e la condivisione dei rischi, ma anche delle difficoltà, come gli ostacoli culturali e organizzativi.
Il prof. Stefano CASERINI, (Università di Parma, Consulente Scientifico Limenet), ha poi parlato di due temi principali: il riscaldamento globale e la rimozione della CO2 dall’atmosfera.
Ha spiegato che il riscaldamento globale è un fenomeno certo, con un aumento delle temperature più forte sulle terre emerse rispetto agli oceani. Questo aumento è legato all’uso dei combustibili fossili, che rilasciano CO2 e incrementano l’effetto serra. Se non si interviene, le temperature potrebbero aumentare di 4-4,5 gradi, con gravi effetti, specialmente in Italia. Tuttavia, se si prendono misure concrete, si potrebbe limitare l’aumento a 2 gradi, come stabilito nell’Accordo di Parigi.
Il prof. Caserini ha anche sottolineato che la CO2 è molto stabile nell’atmosfera e rimarrà per migliaia di anni. Per questo, non basta solo ridurre le emissioni, ma bisogna anche rimuovere la CO2 già presente.
Le soluzioni proposte includono la riduzione delle emissioni, che è tecnologicamente possibile ma difficile da realizzare, e il rafforzamento degli assorbimenti naturali e tecnologici, come la riforestazione, che però è minacciata da incendi e cambiamenti climatici. La neutralità climatica, obiettivo di molti Paesi, richiede anche tecnologie per rimuovere la CO2, come il sequestro geologico e la trasformazione della CO2 in bicarbonati, ma la ricerca su queste tecnologie è ancora nelle fasi iniziali.
Un problema importante, secondo Caserini, è che la rimozione della CO2 non deve essere usata come scusa per non ridurre le emissioni. È necessario separare chiaramente gli obiettivi di riduzione dalle politiche di rimozione.
In conclusione, ha sottolineato che il cambiamento climatico è una grande sfida socio-economica. La rimozione della CO2 potrebbe essere fondamentale per limitare il riscaldamento globale, ma richiede molta ricerca, sviluppo e politiche chiare.
La professoressa Daniela BASSO, (Università Milano-Bicocca, Scientific Advisor Limenet), ha parlato dell’acidificazione degli oceani, un problema legato all’aumento della CO2 nell’atmosfera. Ha sottolineato che il riscaldamento globale causato dall’effetto serra porta a cambiamenti climatici, eventi estremi e l’innalzamento del livello del mare, con costi enormi per la società. Ha messo in evidenza che la questione climatica non riguarda solo la natura, ma anche la sopravvivenza dell’umanità.
Passando all’acidificazione, la professoressa ha spiegato che è causata dall’assorbimento della CO2 da parte degli oceani, che riduce il pH dell’acqua. Anche se l’oceano non diventerà mai “acido”, il calo del pH danneggia gli organismi che costruiscono scheletri di carbonato di calcio, come coralli, molluschi e alghe calcaree. Piccole variazioni di pH, poiché la scala è logaritmica, hanno grandi effetti.
Ha presentato dati che mostrano come la CO2 negli oceani sia aumentata dal 1950, riducendo il pH da 8.2 a 8.1, con un aumento dell’acidità del 26%. Ha sottolineato che, sebbene cambiamenti simili siano avvenuti nella storia del pianeta, oggi avvengono molto più rapidamente, senza dare il tempo agli ecosistemi di adattarsi.
La relatrice ha poi spiegato che alcune specie di alghe potrebbero trarre vantaggio dall’aumento della CO2, ma molte altre specie, come le alghe calcaree e i coralli, subiranno danni. Ha mostrato studi di laboratorio che rivelano deformazioni nelle strutture calcificate di organismi marini cruciali per la catena alimentare oceanica, come i coccolitoforidi e i molluschi pteropodi.
Infine, ha discusso le conseguenze ecologiche e sociali, affermando che l’acidificazione minaccia gli habitat marini, soprattutto quelli costruiti da organismi calcificatori. Ha citato esempi di aree naturalmente acidificate, come alcune zone di Ischia e Papua Nuova Guinea, che mostrano cosa potrebbe accadere su scala globale. Ha concluso ribadendo l’importanza di affrontare seriamente questo problema, poiché il cambiamento climatico e l’acidificazione oceanica riguardano non solo il pianeta, ma anche il futuro dell’umanità.
Stefano CAPPELLO, (CEO e Fondatore Limenet) ha spiegato che la sua start-up ha partecipato alla seconda edizione di Faros.
Successivamente, ha illustrato il problema del cambiamento climatico e dell’acidificazione degli oceani causata dalla CO₂ in atmosfera, sottolineando l’importanza di ridurre le emissioni e sviluppare tecnologie per la loro rimozione. Ha evidenziato il divario tra la quantità di CO₂ attualmente rimossa e gli obiettivi fissati dagli accordi internazionali, sottolineando l’opportunità di creare un nuovo mercato per le emissioni negative.
Si è soffermato sulle soluzioni esistenti, dalla forestazione alle tecnologie industriali come il direct air capture e lo stoccaggio geologico della CO₂. In particolare, ha presentato l’alcalinizzazione del mare come approccio promettente, che consente di sequestrare la CO₂ sotto forma di bicarbonato di calcio, mitigando al contempo l’acidificazione marina.
Ha poi spiegato la tecnologia sviluppata da LimeNet, basata sull’accelerazione di processi naturali tramite l’uso della calce, per assorbire la CO₂ in modo stabile. Ha raccontato come l’idea sia nata nel 2018 grazie al Prof. Caserini e ad altri scienziati, e di come lui sia entrato nel progetto nel 2020.
Un aspetto su cui si è soffermato è stato il periodo iniziale della sperimentazione, condotta in modo artigianale nei garages delle sue nonne, dove ha realizzato i primi prototipi con risorse limitate. Ha descritto le difficoltà incontrate, tra spazi ristretti e problemi pratici, fino al passaggio alla fase di test su scala più ampia e alla fondazione di LimeNet nel 2023.
Infine, ha sottolineato la crescita del team, l’attrazione di investitori e il deposito di brevetti, evidenziando il potenziale della loro tecnologia per contribuire concretamente alla lotta contro il cambiamento climatico.
Al termine delle relazioni, la Presidente Giorgia Boi ha ringraziato i relatori, tutti i partecipanti ed, in particolare, l’organizzatore ing. Ezio Palmisani, a cui è stato consegnato un presente, come a tutti i relatori, come segno di riconoscimento per il suo contributo, che ha fortemente contribuito al successo della serata.