Mercoledì 22 marzo, alle ore 16.00, il Propeller Club – Port of Genoa ha tenuto un incontro pomeridiano presso il Museo del Mare, con relatori (in ordine alfabetico):
Enrico MOLISANI, Massimiliano NANNINI, Alessandro PETRI
Sul tema:
”STRATEGIE ARTICHE E POLAR CODE”
L’incontro – organizzato dal vice-presidente Enrico MOLISANI con la collaborazione del Museo del Mare, dell’Associazione Promotori Museo del Mare e dell’Istituto Idrografico della Marina – è iniziato alle ore 16.00 con i saluti della Presidente GIORGIA BOI che ha ringraziato i presenti ed i relatori evidenziando l’importanza e l’attualità del tema trattato.
L’incontro è stata introdotto da un saluto istituzionale da parte della dott.ssa Nicoletta VIZIANO in rappresentanza del Museo del Mare (MuMa), del Dott. Maurizio DACCÀ in rappresentanza dell’Associazione Promotori Museo del Mare e dell’Assessore Francesco MARESCA in rappresentanza del Sindaco del Comune di Genova.
Successivamente, l’Avv. Enrico MOLISANI – moderatore e relatore dell’evento – dopo aver introdotto l’argomento del meeting, ha incentrato il proprio intervento sul Polar Code: un Codice –che fa parte della Convenzione SOLAS ed è entrato in vigore nel 2017 – nato dalla necessità di dare sia una regolamentazione al territorio artico sia una regolamentazione da un punto di vista tecnico e da un punto di vista ambientale alla navigazione nei territori artici.
Il Polar Code è costituito da due grandi insiemi normativi: il primo è caratterizzato da disposizioni sulle misure di sicurezza che devono essere adottate nell’ambito della navigazione artica: sotto questo punto di vista è necessario progettare navi adeguate a navigare con condizioni meteorologiche poco favorevoli. Inoltre, rappresentando l’Artico una nuova meta turistica, è necessario tutelare i passeggeri che si approcciano a questa tipologia di turismo.
Il secondo insieme di norme riguarda la tutela ambientale con particolare riferimento alla fauna, alle popolazioni locali site nel territorio e alle misure atte a prevenire le fonti di inquinamento.
Il relatore ha concluso affermando che il Polar Code è solo in una fase primaria rispetto all’obiettivo normativo: occorrerà infatti dare una regolamentazione al territorio artico anche sotto il profilo del diritto internazionale e del diritto pubblico, essendo un territorio che ad oggi è ancora deregolamentato.
L’Amm. Massimiliano NANNINI – Direttore dell’Istituto Idrografico della Marina – si è concentrato sull’attività di ricerca al Polo Nord che dal 2017 la Marina Militare, l’Istituto Idrografico della Marina ed altri enti stanno portando avanti. Ricoprono un ruolo particolarmente importante in questa attività l’esplorazione, la mappatura della parte a nord delle isole Svalbard e la mappatura ad alta risoluzione dei luoghi più significativi del mare Artico.
Grande attenzione è attribuita a ciò che riguarda l’enviroment: il Polo Nord, a causa della circolazione delle correnti, è infatti uno dei mari più inquinati al mondo.
Il relatore ha concluso soffermandosi sull’importante ruolo svolto dall’Italia in questo settore e sull’importanza di investire risorse in quei luoghi, in quanto le situazioni che ivi si realizzano permettono di predire il futuro, di meglio comprendere quello che accadrà nei nostri territori e di reagire di conseguenza.
Il Capitano di Vascello (CP) ALESSANDRO PETRI – Guardia Costiera – si è invece soffermato sulla genesi di tutte le norme edite dall’Imo – ed, in particolar modo, del Polar Code – basata sulla valutazione del rischio.
Ha così sottolineato che si è passati recentemente da una fase di direzione cosiddetta “by disaster” nel corso della quale la reazione normativa dell’Imo era sempre successiva ad un incidente, ad una fase definita di “formal safety assessment” che porta ad un’analisi dei rischi o benefici ogniqualvolta si intende emanare nuova una norma, individuando quindi i pericoli prima che accadano gli incidenti in modo da ridurre la probabilità degli incidenti stessi attraverso regole adeguate.
Il “formal safety assessment” è un processo costituito da tre fasi: l’identificazione dei pericoli, la valutazione del rischio e l’individuazione delle misure e delle contromisure.
Il relatore ha concluso elencando i principali rischi che devono essere gestiti nell’ambito delle norme relative alle zone polari: tra questi si trovano le problematiche connesse alle operazioni in un ambiente a bassa temperatura, la distanza dalle strutture di soccorso, l’alta latitudine a cui è connessa la difficoltà delle comunicazioni satellitari e l’esteso periodo di oscurità.
Importanti spunti di riflessione sono arrivati da numerosi interventi, tra i quali si ricordano in particolare quelli di Armando Capurro, Giorgia Boi, Giovanni Crucioli, Alberta Frondoni.
Al termine delle relazioni, la Presidente ha ringraziato i relatori, consegnando loro un presente da parte del Propeller Club.
L’evento si è concluso con un’interessante visita alla Sala dell’Idrografico del Museo del Mare e, successivamente, con un aperitivo offerto dal Propeller Club – Port of Genoa e dallo Studio Legale Wegal.